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Fatti, solo fatti

Sull’orlo del precipizio dell’irrilevanza politica qualcosa sembra muoversi  in NCD. Ma il tempo stringe. Ridiscutere riforme e legge elettorale.
Il 26 luglio, quando si terrà l’Assemblea nazionale di NCD, i giochi saranno fatti. Viene quasi da pensare che i vertici del partito abbiano volutamente stabilito una data così in avanti per non essere costretti dalla base, tanto decantata nella fase del lancio del nuovo partito, a buttare a mare le riforme (?) renziane sul Senato e sulla legge elettorale. La stragrande maggioranza di quanti hanno votato NCD alle ultime elezioni sta infatti assistendo con sgomento ai silenzi del partito sulla svolta che Renzi e Berlusconi stanno cercando di imporre. Una svolta che consoliderebbe PD e Forza Italia per anni e che, soprattutto, non fa gli interessi del Paese. Ne abbiano già ampiamente parlato. Ora siccome non è possibile che i vertici non si accorgano di quanto sta accadendo bisogna porsi la domanda di qual’e’ lo scopo di questo atteggiamento. Uno e’ evidente. Mantenere in piedi il governo per impedire che andando alle elezioni Renzi prenda da solo la maggioranza assoluta. La motivazione e’ reale ma non basta. Ancora una volta chi guida il partito non può non vedere che questa mossa serve solo a procrastinare la morte. Non è certamente poco ma, per tutti, la dignità, fortunatamente, ha ancora un suo peso. Allora c’è dell’altro. E siccome, come insegnava il saggio Andreotti, a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina, l’unica spiegazione possibile è che i Nostri abbiano deciso di tornare a casa, in Forza Italia. Ma siccome, dopo tutto quello che è stato detto e fatto, non sarebbe possibile farlo così come se niente fosse, sempre per la solita questione della dignità, allora meglio far finta di esserci obbligati. E, guarda caso, la legge elettorale premia le coalizioni. Se passa, i Nostri direbbero: per il bene del centrodestra bisogna stare uniti, non ci sono alternative. Dobbiamo cercare di sconfiggere la sinistra e via dicendo. Il che è come gettare la benzina sulla stufa accesa e poi chiamare i pompieri. Allora va detto chiaro e forte. Se questo e’ il gioco non ci stiamo. Almeno non ci stanno quelli che avendo seguito per anni Berlusconi e avendo dato credito e fiducia alla sua tanto strombazzata e mai attuata “rivoluzione liberale”, oggi si sentono traditi e presi in giro. Berlusconi, ormai è evidente, porta esclusivamente avanti i suoi interessi. La politica e’ uno strumento su questa strada. Punto. Con Berlusconi dominus del centrodestra non è possibile nessuna intesa. Lo diciamo con chiarezza oggi, prima della sentenza sul caso Ruby, per mettere in chiaro che la questione e’ politica e non giudiziaria.

Quindi se vogliamo che NCD abbia qualche carta da giocare per il centrodestra del futuro deve puntare i piedi ora, subito, prima che sia troppo tardi. La richiesta di inserire le preferenze nella legge elettorale può essere un utile grimaldello. Altro grimaldello: la proposta del “patto dei mille giorni” avanzata dalle colonne di Repubblica con l’abolizione dell’art. 18, dello shock fiscale e della svolta anti-burocrazia. Alle parole però devono seguire i fatti. La battaglia  va fatta sul serio, fino al punto dal mettere in discussione l’alleanza di governo. Poi c’è un altra questione. Alfano deve lasciare il ministero degli Interni e guidare il partito. Per due motivi. Il primo e’ funzionale. Il leader di un partito deve girare l’Italia, parlare con la gente, dare e ricevere input. Deve insomma stare sul territorio. Poi c’è la questione politica. Quel ministero è quanto di più scomodo possa esistere per un esponente del centrodestra. L’operazione Mare Nostrum, nata con giusti intenti umanitari, si sta rivelando una trappola mortale. Non è più sostenibile. I casi sono due. O l’Europa interviene e la fa sua, oppure va abbandonata. Siccome difficilmente avverranno le due cose, Alfano non può continuare a gestire il dicastero e quella scelta. Un elettore moderato infatti non capirà mai perché, in tema di immigrazione, l’Italia non possa fare quello che fanno tutti gli altri Paesi europei, indipendentemente da chi li governa. L’articolo di Panebianco sul Corriere di domenica 13 u.s. è a questo proposito illuminante. Per la sinistra italiana e per la Chiesa gli immigrati vanno accolti e basta. Se in Italia deve essere così, allora facciamo in modo che non debba essere Alfano a  difendere la posizione.



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