Una buona notizia. Jean-Claude Juncker era il candidato del Ppe, che è risultato il primo partito alle recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, ed aver rispettato il voto dei cittadini che questa volta si sono espressi, anche se indirettamente, pure sul nome del candidato alla presidenza della Commissione, è un primo passo verso una maggiore partecipazione popolare alle scelte.
Juncker inoltre è un popolare con una lunga esperienza di governo, che ha posto sempre un’attenzione particolare al lavoro. Io credo che nei momenti di confusione politica come questo dobbiamo fare riferimento alle storie. Ed io, che non sono socialista, faccio riferimento alla storia del Ppe.
Inoltre l’indicazione di Juncker di un Commissario europeo all’Immigrazione è un segnale molto significativo.
L’Europa deve certamente lavorare verso la crescita, ma questa non può avvenire – e il “caso” francese lo dimostra – con un’irresponsabile disattenzione ai conti pubblici: servono riforme e responsabilità evitando l’interpretazione socialista della ‘flessibilità’ che troppo spesso significa ‘libertà di debito’.
Per incidere veramente, dalla posizione rilevante della Presidenza del semestre italiano, Matteo Renzi dovrà dimostrare di fare veramente le riforme e smetterla di discutere su come fare nuovi debiti. Non si crea futuro facendo debiti. Altrimenti noi, in Italia, con i nostri debiti avremmo un… futuro roseo.