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Federica Mogherini e il senso dello Stato

Sono francamente indignato da una serie di commenti e di distinguo rispetto alla candidatura di Federica Mogherini alla guida della politica estera europea. Ho letto troppe stupidaggini e ho dovuto assistere a troppi balletti ipocriti per sponsorizzare altre candidature. Non ho mai votato PD e sicuramente le idee politiche di Federica Mogherini sono alla mia sinistra, ma proprio per questo, conoscendola, posso affermare che non rappresenta certo una deriva gauchista (tantomeno gauche caviar a differenza di qualche suo critico), ma che in politica estera è sostanzialmente su posizioni liberal che banalizzando è trendy definire ‘’obamiane’’.

Ad un meeting contro la proliferazione nucleare ricordo di averla sentita citare Sam Nunn e non Chavez e non ricordo distinguo dalle posizioni politiche della NATO. Certo non è di quei coraggiosi che per tre giorni hanno attaccato ferocemente Putin sull’Ucraina per poi scomparire non appena si è appalesata qualche complicazione energetica, ma ha invece espresso da subito una posizione ferma e chiara. Mi rendo conto che qualcuno preferisce un altro modello di politico, di solito più facilmente apprezzato all’estero, secondo il clichè che definirei ‘’secchione tonto’’. Pare infatti che in Europa sia gradito l’italiano/a che fa belle relazioni descrittive ma che sparisce da ogni decisione soprattutto se sono richiesti tempi rapidi, nervi saldi e difesa degli interessi nazionali.

Che poi ci sia qualche Paese dell’Europa orientale che preferisce sbandierare lo spauracchio Putin pensando che schierare missili americani ipotechi anche flussi di denaro è così ovvio che può esserne impressionato solo qualche inesperto parvenu. Bene ha fatto quindi Alfano a difendere la candidatura dimostrando quel senso dello Stato che è mancato a troppi. Certo, Federica Mogherini è pacata, parla a bassa voce e si esprime in un buonissimo inglese, dote ancora infrequente nella politica italiana, ma è anche colta e decisa. Non credo si ispiri a Dolores Ibarruri e sarebbe sicuramente più impegnativa per le diplomazie europee della pallida lady Ashton.

Di questa è sicuramente meno malleabile e aspira a ridare un peso al ruolo internazionale dell’Italia appannato a Bruxelles e negli organismi multilaterali come evidenziato dalla inaccettabile vicenda dei nostri fucilieri di marina.
Non so come si concluderà questa vicenda, ma ancora una volta molti italiani hanno perso l’occasione per dimostrare che siamo un grande Paese. Unito.



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