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Verso le elezioni a motore diesel

Qualche giorno fa sui giornali tedeschi è uscito un furioso attacco ad Angela Merkel accusata di non possedere una chiara visione di ciò che si vuole costruire in alternativa a quello che c’è oggi sia in Germania che in Europa. Direi che su questo piano il giovane Renzi è sicuramente molto simile alla cancelliera. Così la critica si presta a coloro che in Italia definiscono il movimento concentrico del toscano e del suo esecutivo un attentato alla democrazia e attribuendo a questo processo di trasformazione l’obiettivo di arrivare ad una dittatura, ma noi pensiamo che ne sia una forzatura perché proprio nel giorno in cui Silvio Berlusconi è stato liberato dall’accusa di infamia questa è una tesi delirante perché poi la persecuzione calunniosa di cui è stato vittima Silvio non regge davanti alla magistratura giudicante.

Allora oggi a mente sgombra da pregiudiziali demenziali e pettegolezzi vediamo che consigli dare ai e alle nostre fans. Cosa serve al Paese in questa fase in cui non solo Renzi ma il Paese si gioca tutto, sotto il profilo economico, della tenuta sociale, della modernizzazione istituzionale e amministrativa.

Prima di tutto facciamo venire fuori la verità sulle nostre reali condizioni di salute e su cosa sta succedendo . Renzi è tra due tentazioni: da una parte vuole concretizzare in forza parlamentare sua quel 41% che ha preso alle europee andando alle elezioni il più presto possibile, e dall’altra vorrebbe (ma non può) arrivare al 31 dicembre senza manovre correttive a suo carico ed evitando che le molte contraddizioni in cui il governo è caduto diventino palesi agli occhi dell’opinione pubblica.

Vediamo lucidamente come siamo messi: le scelte di politica economica di scarso respiro – i cui risultati sono misurabili con i numeri del pil, che definiscono una deludente “non ripresa” – provvedimenti, spesso un po’ aboracciati nella loro formulazione, che sono andati a creare un micidiale “ingorgo legislativo” da cui non sarà facile uscire a discapito degli impegni presi (Senato, legge elettorale, titolo quinto della Costituzione, province, ecc.), e gli inciampi sul terreno europeo (“caso Mogherini” ma ancor di più “caso Letta”) che fanno scrivere di Renzi all’Economist “inexperience, improvisation and moments of vacuity”, sono enormi discrediti per il nostro sviluppo e per il governo.

Il caos sia in Forza italia e PD delle opposizioni interne alle due maggioranze ci porta dritti dritti alle elezioni anche perché siamo messi male anche in Europa con l’ostilità sempre più evidente delle cancellerie europee per gli sbagli fatti anche da noi, con il pericolo dello spread in aumento e la pressione speculativa sui nostri titoli di Stato,le elezioni saranno comunque nel marzo 2015 tirando a campare nel semestre europeo e con il freno (sempre più allentato, però…) del Quirinale. E’ una ipotesi credibile che non ci piace ma credibile.

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