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Regolare per crescere. Il primo comandamento di Camanzi (Autorità dei Trasporti)

Le numerose ed urgenti questioni di regolazione dei trasporti che attendono di essere risolte, le indicazioni comunitarie, le procedure di infrazione, le attese dell’Unione Europea elencate dal presidente della nuova Autorità di Regolazione dei Trasporti nel corso della prima e attesa relazione al Parlamento, dimostrano che dell’istituzione e dell’operato di questo organismo indipendente di regolazione, di cui si parla da 20 anni ma che solo lo scorso anno si è potuto insediare, l’Italia ha bisogno.

Lo affermavano i numerosi operatori pronti ad entrare nel mercato italiano che trovavano le porte chiuse di fronte ai monopolisti, così come lo hanno affermato gli economisti e gli esperti di tutti quei settori che, grazie ad una liberalizzazione regolata dei diversi mercati in cui operavano (dalle telecomunicazioni all’energia per esempio), hanno visto cambiare radicalmente le dinamiche aziendali, e del Paese, dopo l’apertura alla concorrenza ed il conseguente adeguamento degli ex monopolisti ad un modo del tutto nuovo (per loro) di stare sul mercato.

Il Presidente Andrea Camanzi sembra in effetti avere molto chiara questa semplice constatazione, che però, in paesi come l’Italia, appare da sempre molto difficile da mettere in pratica: la regolamentazione è lo strumento per creare crescita, mercato e servizi innovativi per i consumatori. Le sue riflessioni sono state quelle che ci si aspetta da chi ha alle spalle un background ed un’esperienza professionale d’azienda, per lo più in un settore regolato come quello delle telecomunicazioni, che ha conosciuto dall’interno le dinamiche, le criticità e le possibili soluzioni per una reale apertura alla concorrenza. E la dimostrazione appare, non solo nella visione della regolamentazione come strumento per rendere libero il mercato e al ruolo centrale per passeggeri e beni e non per l’infrastruttura (si pensi ad alcuni obblighi di separazione volti a garantire un accesso equo e non discriminatorio alla rete ferroviaria), ma anche in alcuni punti specifici che ha messo in luce durante la sua relazione.

Innanzitutto l’ART sembra aver impostato obiettivi e metodologie in un’ottica del tutto europea, ancorando la propria attività alle politiche comuni dei trasporti in ambito UE, avviando proficue collaborazioni con le istituzioni europee con la Commissione, aderendo alle Associazioni europee, ai gruppi di lavoro e ai networks dei regolatori del settore ferroviario, del trasporto aereo della tutela dei diritti dei passeggeri. Al di là di questo breve elenco, ciò che si evince è una mentalità nuova non solo per il mondo dei trasporti italiano, ma anche nel panorama delle autorità regolamentari di settore. E’ un’impostazione che va oltre l’implementazione di direttive europee e che dimostra di avere chiaro che i trasporti sono strategici, tanto quanto lo sono state l’adozione della moneta unica europea o la libera circolazione dei lavoratori, sia per i singoli paesi, sia soprattutto per la loro integrazione, per fare quell’Europa che ancora attendiamo di vedere funzionare unita.

Un secondo punto di novità, e che porta con sé la visione del mondo dei trasporti come volàno per l’economia e lo sviluppo, è rappresentato dal passaggio in cui il presidente Camanzi sottolinea il ruolo delle tecnologie nell’obiettivo di dare nuovo impulso alla capacità infrastrutturale esistente nel nostro paese. Se non si tiene conto, nella regolazione volta a liberare l’utilizzo delle infrastrutture, dell’evoluzione tecnologica e delle sue potenzialità in un’ottica di efficienza non c’è alcuna possibilità di aprire il mercato. Favorire integrazione e innovazione, regolare per consentire che anche le nuove tecnologie contribuiscano a creare un ambito di mercato più ampio e più ricco di possibilità, per gli operatori e per gli utenti, in una direzione di riduzione dei costi e degli sprechi.

In questo passaggio si mostra una visione prospettica di questa nuova Autorità che vuole regolare i singoli settori, ma anche “le intermodalità ed interconnessioni [tra gli stessi] nella ricerca di opportunità per spill-over di efficienza”.

In un clima come quello attuale, in cui ci si chiede quale sia il ruolo delle autorità indipendenti, la risposta del Presidente Camanzi è chiara: regolare per crescere.

Laura Rovizzi

Fondatrice e AD di Open Gate Italia


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