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L’identità custodita senza fare piccioli

Questo chiude la serie di articoli sulla Sicilia. Perche’ della Sicilia a furia di parlarne si finisce col farne indigestione. Come la troppa panna delle troppe granite. Come la troppa luce di troppe albe e tramonti.
Una delle cose che ho sentito, con la perentorieta’ delle sentenze, e’ stata questa: la provincia Iblea ha saputo custodire la sua identita’ evitando di rendersi permeabile alle mode provenienti da fuori. Sentenza che fu detta con orgoglio.
Ora, mi chiedo quali siano queste mode che sono state lasciate all’imbocco del ponte che da Ragusa porta a Modica, chiuso giusto nel mese del turismo ibleo, se poi la provincia iblea annovera buona parte dei 42 presidi Slow Food che la Sicilia si e’ intestata. Quarantadue, più di quelli di tutto il Piemonte dove le babbaluci chiccose oltre che vavuse sono nate.
Quali sono queste mode cui saremmo refrattari noi iblei se poi e’ tutta una gara ad avere i campi da golf. Manco se a golf si giocasse con le zappe al posto della mazze.
E quali sarebbero le mode da tenere lontano, se poi il Mc Donald’s a Modica che aveva aperto fu costretto a chiudere da un giorno all’altro sotto i colpi delle scacce, l’unico identitario fast food locale, manco fossimo a Mosca, giusto di questi tempi, sotto i colpi dell’embargo statunitense. Il fatto e’ che a farsi forti dell’identita’, confondendola con l’isolamento, si smarrisce uno dei mezzi che assicura benessere: i piccioli.
Perche’, mentre si custodisce il niente mischiato con nessuno, non si vede, perche’ non si vuole vedere, che i maggiori produttori di vini, che poi il vino e’ moda anche quella, sono foresti venuti a vendemmiare in terra di Trinacria, con i tempi e i modi dell’indicativo che non e’ l’ora poi vediamo nostrano che non vede e non fa. Foresti che acquistano le terre dei viddani che scambiano la terra con la laurea dei figli destinati alla precarieta’ al di la’ dello Stretto, dove fanno identita’ dell’emigrazione. L’emigrato infatti rimane il vero prodotto tipico ibleo.
E, dunque, quando al barista che serve la granita al pistacchio il turista in cerca di identita’ custodite e pure presidiate chiede: – ma il pistacchio e’ di Bronte? – bisogna rispondere cosi’ come insegna Peppe Lucifora, chef a commessa che riempie le panze dei magnati russi e londinesi in cerca di sicily Life style : – ma voi con la granita ci dovete parlare o ve la dovete mangiare? -.


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