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Perché mi fa orrore il bazar delle Regioni sull’eterologa

La vita è una cosa seria e non si può scambiare con i progressi della scienza. Così sono presa da orrore quando leggo che ogni Regione accodandosi alla disinvoltura delle due Regioni rosse Toscana ed Emilia Romagna può decidere autonomamente sulla questione fecondazione eterologa.

Ma che razza di Paese siamo se i centri di procreazione, fabbriche di bambini in vitro, appoggiati dai tribunali, non valutano i rischi micidiali di una scelta così scellerata? Sembra di essere in una sala Bingo: 6 gameti per ogni persona! 2 figli per ogni donatore biologico! 2 donne, 7 lettere del cognome di cui 5 uguali! X embrioni!  500 euro di tichet sanitario per una applicazione eterologa! Bingo!

E la tracciabilità del donatore dove la mettiamo? E lo screening? Chi garantisce nel caso di un donatore malato per esempio di neurofibromatosi? Chi garantisce l’importazione di gameti? E tra consanguinei? E chi impedisce la scelta del colore della pelle, degli occhi e dunque la razza? Non le linee guida tanto promesse e invocate poiché il SSN deve istituire prima una banca dati nazionale dei donatori e dei riceventi da affidare al centro nazionale trapianti.

E a questa bambina o bambino che vedrà la luce chi garantisce la serenità di due genitori uno dei quali lo è per legge ma non biologico? La legge 40 nata come disciplina improntata alla radicale trasparenza del rapporto di maternità e paternità non dava spazio all’anonimato e allora come si può affermare che ora non c’è vuoto normativo?

Abbiamo la consapevolezza che un donatore di sperma può diventare padre genetico di numerosissimi figli con ciò moltiplicandosi in maniera tragica e il rischio di incesti inconsapevoli e di trasmissione di patologie genetiche? Come si può affermare che l’eterologa si può praticare senza regole?

Un Paese senza speranza è un paese che non ha futuro.



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