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American (poco) beauty. In calo i big della cosmesi

L’America snobba il beauty di massa e pesa anche sui conti di Coty. La frenata del comparto bellezza e profumi a stelle e strisce, proprio nel mercato che meglio sembra essersi risvegliato per l’export di moda, ha costretto Coty ad archiviare l’esercizio fiscale 2014 (chiuso al 30 giugno) con ricavi sotto le attese in calo dell’1,6% a 4,55 miliardi di dollari (pari a circa 3,46 miliardi di euro). La causa principale, appunto, è il declino delle vendite in Nord America. La diminuzione dei ricavi nella regione riflette una pressione nel settore dei profumi e cosmetici mass market, in particolare degli smalti, con un forte impatto sul brand Sally Hansen parzialmente compensato dalla crescita continua in Rimmel. I ricavi in Usa sono diminuiti del 9%, risentendo di particolari pressione negli Stati Uniti e in Canada. Coty, come riporta il comunicato finanziario, stima ugualmente di tornare alla crescita dei ricavi nell’anno fiscale 2015 attraverso un programma di innovazione, rivolto alla continua espansione dei mercati emergenti, e il progressivo recupero nel business, in particolare delle unghie, in Nord America.

Coty, non è l’unico gruppo del beauty penalizzato dalle vendite nella regione americana. Infatti anche i suoi principali competitor Elizabeth Arden e L’Oréal hanno accusato diminuzioni del fatturato a causa della scarsa domanda di profumi soprattutto nel mercato a stelle e strisce. In particolare Scott Beattie, CEO del gruppo Elizabeth Arden, aveva spiegato i risultati catastrofici della società (ricavi scivolati del 20% a 210,8 milioni dollari) legandola a “una scarsa performance dei profumi in Nord America”, alla mancanza di innovazione in questo settore e a un clima eccezionalmente freddo dall’inizio dell’anno.

Anche L’Oréal, in particolare nel primo trimestre, ha risentito, anche se in maniera minore, del declino del mercato in America del Nord. L’attività del gruppo ha ceduto lo 0,6%, una contrazione attribuita non solamente agli effetti di cambio, ma anche al calo (abbondantemente anticipato) della divisione prodotti mass market (L’Oréal Paris, Garnier, Maybelline). “Come avevamo previsto e annunciato”, questa divisione è stata penalizzata in Nord America, “a causa di una base comparativa elevata nel primo trimestre 2013, legata a due lanci molto importanti, e da un mercato molto stagnante nei primi mesi dell’anno”, ha spiegato Jean-Paul Agon presidente e CEO di L’Oréal.


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