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Platone vegetariano???

La malattia dei nostri tempi è il mangiare in modo innaturale: nutrirsi di cibi raffinati e trattati chimicamente, o di cibi più adatti ai bambini che agli adulti, o cibi grassi e derivati da crudeltà animali, allontana sempre più l’essere umano dal proprio equilibrio.

Anche se l’offerta di prodotti “vegan” nel nostro paese si estende sempre più dal settore alimentare, al vestiario, alla cosmetica e alle farmacie, ciò che si consuma più frequentemente, per esempio pane e pasta, ma anche carne e latticini, continuano ad essere raffinati.

Una ragione per cui nutrirsi di cibi raffinati sia dannoso per la salute, è che gli alimenti sofisticati favoriscono una digestione incompleta con conseguente accumulo di tossine. Questo vale soprattutto per chi si nutre di carne, uova, formaggi e carboidrati “migliorati”.
Il cibo animale tende a putrefare nell’ intestino producendo residui tossici, perché le proteine sono ricche di azoto; per tal motivo sono molto pesanti per l’organismo e dovrebbero essere eliminate il più presto possibile. Se ciò non avviene possono accrescere l’ansia, l’aggressività e persino la depressione.

Durante i secoli, i saggi e gli yogi dell’India (coloro che praticano yoga) hanno elaborato dei regimi alimentari, a partire dagli effetti del cibo sulla salute.
Le antiche scritture indiane, la Bhagavad Gita, descrivono il nesso tra cibo e comportamento, attraverso le tre qualità fondamentali di ”sattva” (puro), “rajas” (stimolante), “tamas” (impuro) :

“Alla persona pura piacciono quei cibi che fanno aumentare la vitalità, l’energia, il vigore, la salute, la gioia e che sono deliziosi, soavi, sostanziosi e gradevoli. Le persone con molte passioni desiderano i cibi dal sapore amaro, aspro, salato, eccessivamente forte, piccante, secco e bruciante, che danno dolore, affanno e malattia. Alla persona tamasica piacciono i cibi santii, insapori, fermentati, guasti e adulterati. “

I cibi sattvici (puri) elevano l’animo, nutrono un’intelligenza sensibile e comprendono cereali integri tra cui riso, grano e orzo, la frutta e la verdura a foglia.
I cibi rajasici (stimolanti) eccitano le passioni creando turbamento del sistema nervoso e nel comportamento e comprendono la carne, il caffè, lo zucchero.
I cibi tamasici (impuri) agitano i pensieri, aumentano la depressione e comprendono le carni, il vino ma anche il tabacco.

Molti famosi maestri antichi, in effetti, erano vegetariani : Pitagora, Platone, Socrate, Cicerone, Diogene e Plutarco. Il trattato più approfondito riguardo l’effetto del mangiare carne sulla coscienza spirituale, fu scritto nel III secolo dal greco Porfirio. Secondo le sue osservazioni, astenersi dal consumo di carne, significava liberarsi dalle preoccupazioni e dai disturbi della mente e del corpo. Inoltre faceva ben notare come gli epicurei, i quali ritenevano che il piacere fosse lo scopo ultimo della vita, non lo raggiungevano riempiendosi di ghiottonerie, bensì con una dieta ricca di cereali, verdura e frutta.

* Nella foto mio padre, nonché avvocato Ermanno Cappa, cavia doc dei miei esperimenti culinari, e uno spaghettone di Kamut bio con pomodoro fresco, basilico e olio extra vergine d’oliva.



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