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Ecco i voti di Deutsche Bank alla Commissione Juncker

È passata una settimana da quando, il 10 settembre, il nuovo presidente Jean-Claude Juncker ha svelato i nomi dei componenti la prossima Commissione europea. E il 12 Deutsche Bank aveva già i voti pronti. “Come elemento di novità – scrivono gli analisti della banca tedesca – Juncker ha stabilito un livello intermedio di sei vice-presidenti, oltre all’Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza, l’italiana Federica Mogherini. Si tratta di un collegio che dovrebbe aumentare l’efficienza della governance ma che potrebbe anche causare rivalità in materia di competenze”. Ogni vice presidente sarà responsabile per un ampio portafoglio di campi regolatori e gli altri 20 Commissari riporteranno a questi in base alle rispettive sotto-aree di azione. Frans Timmermans (Paesi Bassi) è stato nominato primo vice-presidente.

IL FRANCESE CHE NON PIACE ALL’EUROPA
Quanto alle possibili rivalità, la nomina del francese “Pierre Moscovici come commissario all’Economia e alle Finanze potrebbe essere la prova del nove per valutare il funzionamento del nuovo schema. Ad oggi la nomina è stata accompagnata da reazioni controverse sui media e tra i politici europei, a causa della situazione fiscale della Francia. In ogni caso, a ben guardare Moscovici dovrà riportare a due vice-presidenti che sono considerati alleati dei Paesi orientati all’austerity – Germania in testa: il lettone Valdis Dombrovskis (Euro e dialogo sociale) e il finlandese Jyrki Katainen (Lavoro, crescita, investimenti e competitività)”.

SULLA FINANZA DETTA LE REGOLE L’ECOFIN
Non sono ancora noti i dettagli di come si attuerà l’autorità e le competenze dei vice-presidenti, ma secondo Deutsche Bank l’agenda economico-finanziaria dipenderà comunque da Ecofin ed Eurogruppo e non da Moscovici. Che potrà certo proporre emendamenti “all’implementazione delle linee guida del Patto di Stabilità e Crescita – ad esempio escludendo la maggior parte degli investimenti pubblici dalla definizione delle regole di deficit di Maastricht”. Moscovici sarà responsabile anche per le previsioni economiche e fiscali, “che sono la base delle raccomandazioni di politica fiscale e di crescita, e che durante l’Eurocrisi sono state spesso più ottimistiche della realtà portando a politiche troppo lievi”. Ma poiché l’Ecofin ha potere di veto sulle proposte della Commissione, i ministri delle Finanze rappresentano “una minaccia maggiore dell’agenda politica di Moscovici agli sforzi di austerity”.

UN SOLO COMMISSARIO TEDESCO
In una Commissione dove i Paesi pro-asuterity sono largamente rappresentati, al tedesco Günther Oettinger è andato il portafoglio dell’economia digitale, un ambito da non sottovalutare – spiegano da Deutsche Bank – perché fornisce un’ampia gamma di possibilità di definizione dei nuovi standard regolatori per assegnare le risorse finanziarie”.
Hanno già suscitato polemiche anche altre due nomine, quella del britannico Jonathan Hill, Commissario alla Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati del capitale oltre che responsabile per le relazione con l’Autorità bancaria europea: le critiche, riporta Deutsche Bank, si basano sul recente passato di Hill come consulente di comunicazione per l’industria finanziaria. E una sorta di conflitto di interesse pesa anche sulla testa dello spagnolo Miguel Arias Cañete, commissario per le politiche sul clima e le energia, “visti i suoi precedenti contatti con l’industria del petrolio e del gas”.
I lavori della nuova Commissione inizieranno il primo novembre, dopo l’approvazione del Parlamento “che può approvarla o respingerla solo nella sua interezza – conclude il broker tedesco – né ci sono stati in passato casi di pressione su singoli candidati per obbligarli a rinunciare”.

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