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L’impatto iWatch sulle ore del lusso in Borsa

Alla presentazione di iWatch gli interessati di lusso erano i grandi gruppi dell’orologeria. Dopo mesi di speculazioni, dunque, lo smart watch è stato presentato al mercato e sarà disponibile nei negozi dai primi mesi del nuovo anno a partire da un prezzo di 349 dollari, ovvero nel segmento più basso della fascia del lusso. Di orologi intelligenti ce ne sono già diversi modelli sul mercato, tuttavia, l’orologio di Apple fornirà la prova più vera delle potenzialità di questa categoria di prodotto. Dunque, secondo un report di Bernstein sull’impatto degli smart watch sul mercato del lusso, potrebbe pesare su due delle aziende principali di orologi, ovvero Richemont e Swatch. “Solo il tempo potrà dirlo appieno”, commenta la banca d’affari. Ma già in Borsa ieri entrambi i titoli erano in calo e anche stamattina hanno continuato a scendere di oltre un punto percentuale.

Secondo la valutazione della banca d’affari, le aspettative sono di un impatto iniziale pesante sulla fascia medio bassa dei marchi di queste due aziende, con “un’incidenza del 3 su ricavi ed ebit di Swatch nel caso l’iWatch riesca a condizionare una quota del 20% del mercato indirizzabile alla company svizzera”. Nel lungo termine invece, gli orologi intelligenti potrebbero aprire la strada a una nuova clientela e in qualche modo far ammorbidire il colpo. Come accaduto con l’iPhone, infatti, il quale, dopo un primo momento vissuto da accessorio insostituibile, ha lasciato aperta la strada al successo di smartphone di altri marchi.
“Ciò che è chiaro – secondo gli analisti di Bernstein – è che l’orologio di Apple, e il suo successo o meno, potranno fornire la migliore indicazione sul futuro”. Infatti il successo non è del tutto scontato: “Molte persone non indossano un orologio, ma quasi tutti hanno un cellulare”.

Infine, viene messo un punto di domanda dalla banca d’affari anche  sul cambio di rotta di  Swatch e sul suo recente annuncio di voler lanciare un orologio intelligente entro l’estate 2015, abbandonando quindi la precedente strategia del  “wait and see”.



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