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Climate change, ecco chi chiede a Renzi un nuovo patto verde

clima

Impegni espliciti e non solo di facciata, mettere in campo un’azione coordinata a livello europeo e aumentare le risorse. Questi i tre capisaldi di un nuovo “patto” anche sociale per la lotta ai cambiamenti climatici lanciato dal Wwf anche in ottica della presidenza del semestre Ue. Un appello al governo raccolto in Parlamento da 69 deputati di diversi schieramenti che “ci hanno messo la firma”.

In sostanza si chiede un impegno più forte dell’Italia. L’appello non giunge a caso ma proprio mentre è in corso alle Nazioni Unite a New York il vertice voluto dal segretario generale Ban Ki-moon per parlare di clima e di come superare l’impasse che tiene, per ora, fermi i negoziati in vista di un accordo globale. Al Palazzo di Vetro è atteso domani anche il premier Matteo Renzi. Un appuntamento a cui non mancherà neanche il presidente Usa Barack Obama.

Nodo della questione è provare a uscire dallo stallo per guardare a come giungere alla Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici (chiamata Cop, Conferenza delle parti) con un accordo, se non pronto, quantomeno strutturato nelle sue linee essenziali. La prossima Cop sarà a Lima in Perù a fine anno e, da molti, è vista come un appuntamento che dovrà scardinare le resistenze di alcuni Paesi (Cina e India in testa). Ma il momento più atteso è la Cop di Parigi nel 2015; è lì che si giocherà il tutto per tutto.

L’idea, contemplata dall’appello del Wwf – e condivisa con ben 38 firme di deputati del Pd (sono gli esponenti più numerosi) – è di “superare l’attuale crisi di sistema” per passare “in Europa dal fiscal compact al wellbeing compact: dall’attenzione prioritaria alla finanza a quella per il benessere”. Il messaggio che l’associazione intende portare al premier, spiega la presidente Donatella Bianchi, è di far “tornare l’Italia ad essere protagonista nella difesa del clima”. Il punto principale è la richiesta di “uno sforzo globale per rimanere al di sotto di un aumento di 2 gradi del riscaldamento globale”, soglia oltre la quale gli scienziati ipotizzano scenari devastanti per il Pianeta e l’umanità.

Per farlo servono cooperazione internazionale e più fondi per la protezione della natura (a cominciare dal far diventare cosa concreta quel Fondo verde per il clima deciso nella Cop di Copenaghen nel 2009 dove partecipò anche Obama). La responsabile clima ed energia del Wwf Italia, Mariagrazia Midulla, chiede di “fermare i combustibili fossili”, spiegando che “non si può foraggiare ciò che ci distrugge”. Inoltre, “impegni finanziari precisi e piani nazionali che mettano fine alla logica emergenziale” sono fondamentali sia per arginare la “corruzione” che nell’emergenza trova il suo “humus” sia per dare “un forte impulso all’accordo globale”.

Un discorso che incide però sull’economia che un Paese vuole pianificare per i prossimi anni. E che sia più o meno decarbonizzata, Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia, fa presente come ci sia bisogno di “andare oltre il Pil come indicatore di ricchezza e tenere in considerazione che l’ecologia fa già parte dell’economia”, soprattutto se si pensa che potrebbero essere circa 5 milioni i posti di lavoro creati da una corretta applicazione delle indicazioni europee.

Ora, però, c’è attesa per il discorso del premier a New York, che parlerà anche, sia pur indirettamente, con voce europea. Il timore, si mormora tra alcuni ambientalisti, è che ci possa essere nelle parole di Renzi troppo dei contenuti del decreto Sblocca Italia, che tradotto significa maggiora attenzione allo sfruttamento degli idrocarburi e a infrastrutture energetiche come il Tap (il gasdotto che passando sott’acqua sbuca in Puglia). La direzione per contrastare i cambiamenti climatici, suggeriscono gli stessi ambientalisti, sarebbe un’altra. E, a questo punto, la speranza – raccontano – è che il premier vada in quella direzione e guardi anche lui a un nuovo “patto verde” per il bene del Pianeta.



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