“Parlo della responsabilità dei magistrati, delle intercettazioni, della giustizia civile; della vertenza sicurezza dove viene riconosciuta alla forze dell’ordine la specificità senza che nessuno si scusi. Parlo, appunto, del lavoro, dove si mettono le premesse per il superamento dell’articolo 18 e di fatto – non lo dico io – si pone un referendum fra Thatcher e Susanna Camusso. Ecco, qualcuno crede che tutto ciò sarebbe stato possibile senza il Ncd al governo? Stiamo facendo le riforme, molte delle quali mancano da 20 anni. Io ne sono orgoglioso.”
Così pochi giorni fa Gaetano Quagliarello intervistato da Italia Oggi. Il coordinatore nazionale di Ncd implicitamente risponde con questa frase al quesito che in molti hanno avanzato, lamentando il silenzio e la poca incisività politica del partito di Alfano: Ncd, quando si vota, dove andrà a prendere i consensi? Quagliarello dice: ci voteranno perché noi siamo la garanzia che il governo faccia determinate cose, quelle appunto ricordate nella frase sopra riportata. La tesi di Quagliarello, che è vera da un punto di vista esclusivamente numerico perché in politica vale la regola che quello che appare “è”, dimostra quanto ormai sia grave la situazione di un partito come il “Nuovo” Centrodestra che era nato con l’ambizione di cambiare registro rispetto a Berlusconi e di rifondare tutto il movimento. La situazione infatti è esattamente opposta a quella pensata da Quagliarello e da molti dei moderati al governo. Vediamone alcune ragioni:
1) Le cose ricordate sono ancora da fare e molte delle poche fatte, valga per tutte l’abolizione delle province o l’abbozzata riforma del Senato e della legge elettorale, sono un pasticcio inenarrabile;
2) Delle cose fatte bene, vedi decreto Poletti sul lavoro, od ora la battaglia iniziata sull’articolo 18, il merito va TUTTO a Renzi che rompe il conservatorismo della sinistra. Il poco merito residuo lo prende Berlusconi che dall’esterno assicura a Renzi la maggioranza;
3) Ncd non ha fatto un patto di legislatura con Renzi. Il Patto lo ha fatto Berlusconi. La richiesta più volte avanzata del “la maggioranza concorda una posizione e poi su questa si cerca l’appoggio delle minoranze” è rimasta lettera morta:
4) Renzi fa gli accordi con Berlusconi e Ncd e Scelta civica seguono, sempre e comunque;
5) La Costituente Popolare procede con i piedi di piombo ed è tutta un’operazione di vertice portata avanti con il bilancino del farmacista. Invece di creare un movimento dal basso si è scelta la strada inversa dando l’impressione che i vertici non vogliano rinunciare alle posizioni di potere acquisite;
6) Non è stata fatta nessuna democratizzazione del partito. Dopo il congresso nazionale, tutto è rimasto fermo e a marzo ci sono le Regionali
Piaccia o non piaccia, le cose stanno così e se non cambiano, alle Regionali, sarà una debacle per l’intera area moderata. Il problema allora è: dal vertice arriverà un’inversione di tendenza in tempi rapidi? La risposta è NO. I segnali sono troppi e tutti concordanti. Questi non hanno capito la situazione e le ragioni sono quelle che abbiamo elencato. Allora, se non vogliamo abbandonare il campo, c’è solo una cosa da fare: che la base di autoconvochi. Alcuni movimenti in questo senso ci sono. Ma sono diversi e frammentati. Devono mettersi insieme privilegiando il poco che divide e il tanto che unisce. Il tempo stringe e bisogna fare presto