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Abbandonato l’assegno, l’Europa preferisce le carte

Sempre più di rado ci preoccupiamo di essere usciti di casa senza soldi nel portafogli: basta infatti strisciare una carta per coprire le spese che eventualmente potremmo compiere una volta fuori e il gioco è fatto. Negli ultimi anni, infatti, ci siamo abituati a confrontare le carte di credito più convenienti per non far mancare nella nostra dotazione uno strumento prezioso, in grado di aprirci le porte degli acquisti online e velocizzare i pagamenti di ogni giorno.

Questa nuova predisposizione si è evoluta a scapito dell’importanza dell’assegno, un mezzo che, a detta della Bce, ha conosciuto una progressiva scomparsa.
Secondo le stime della Banca Centrale Europea, nel 2013 tra tutti i pagamenti effettuati con mezzi alternativi al contante, meno del 5% è stato coperto dagli assegni e questo valore sembra destinato ad un’ulteriore diminuzione.

In alcuni Paesi del nord Europa, come Svezia, Finlandia, Danimarca, Germania, Polonia, Slovenia, Slovacchia e le repubbliche baltiche, nessuno paga più con questo strumento, mentre tra le Nazioni limitrofe, la Spagna segna un primato particolare con lo 0,67% delle transazioni coperte dagli assegni.

Anche l’Italia si sta muovendo verso un progressivo abbandono degli assegni: se nel 1999 questi rappresentavano il 41,6% di tutti i pagamenti effettuati con mezzi alternativi al denaro contante, lo scorso anno questa percentuale è scesa al 5,63% e probabilmente si ridurrà ancora.
Non si tratta però di un avvenimento imprevisto: nell’ottica di un sistema unico europeo, fondato sulla condivisione di una moneta comune, il sistema degli assegni si rivela inadatto allo scopo e ormai obsoleto.

Inoltre, con la nascita di nuovi e più complessi mercati, come quello del web, le transazioni senza contante sono aumentate in modo esponenziale e le carte di credito sono diventate il metodo prediletto con cui gestirle.
Nel 2013, in tutta Europa, il numero delle carte è aumentato sino a 760 milioni (+3% rispetto al 2012), con una media di 1,5 pagamenti a testa, per un totale di 43,6 miliardi di operazioni e un controvalore complessivo di 2,2 triliardi di euro.

Nello specifico del nostro Paese, il numero di pagamenti con carta nel 2013 è cresciuto a 40,41 miliardi, segnando un aumento del 2,2%. Con la crescita dei pagamenti elettronici diminuiscono però gli Atm per prelevare contante, che hanno subito una riduzione dello 0,2%.

I nuovi metodi di pagamento sono improntati alla velocizzazione delle transazioni, alla semplificazione delle compravendite, ma anche all’aumento della tutela dei consumatori.
Certo, questo comporta il pensionamento dell’assegno, ma se a beneficiarne siamo noi acquirenti e le nostre spese, allora tanto riguadagnato: salutiamo il nostro blocchetto senza troppe remore.



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