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Le giravolte europee sul Fiscal compact del (poco) francese Moscovici

Questa mattina a Bruxelles si è tenuta al Parlamento europeo l’audizione del commissario designato agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici.

UN COMMISSARIO COMMISSARIATO?

Il Financial Times lo aveva definito “il commissario commissariato“, ostaggio dei colleghi vice presidenti Jyrki Katainen e Valdis Dombrovskis, ma stando alle dichiarazioni di questa mattina, risulta che la linea della austerità e del rigore, tanto cara ad Angela Merkel, abbia immediatamente conquistato anche Moscovici.

A BRACCETTO CON LA MERKEL

Infatti nel corso della sua audizione Moscovici ha dichiarato: “Direi una bugia se dicessi che sono qui per cambiare le regole (di bilancio), io sono qui per applicarle le regole”. E poi ancora: “Cosa farò di fronte al mio Paese d’origine? Regole, nient’altro che regole, sono qui per garantire la nostra funzione di controllori del bilancio e se un Paese non soddisfa gli obblighi del trattato e si trova sotto procedura come la Francia, io continuerò con la procedura”.

UN DELUSO HOLLANDE

Come avrà reagito il presidente François Hollande di fronte a queste dichiarazioni, considerando che aveva nominato Moscovici nella speranza di mitigare il rigore in materia economica? Una cosa è certa Moscovici sembra ormai allineato ai suoi colleghi “falchi” Dombrovskis e Katainen, e quindi, se il Parlamento europeo voterà la fiducia alla nuova commissione Juncker, per i prossimi 5 anni potremmo dire addio alla tanto “auspicata e sospirata” flessibilità.

DUE PESI E DUE MISURE?

Nonostante le giravolte di Moscovici, per ora Parigi ha detto comunque basta all’austerity. La finanziaria per il 2015 presentata dal suo ministro delle Finanze Michel Sapin non rispetta gli accordi presi con Bruxelles. La Francia sforerà infatti il limite del 3% nel rapporto deficit/Pil fino al 2017. Si attesterà nel 2014 a quota 4,4%, per poi scendere al 4,3% l’anno prossimo, al 3,8% nel 2016 e calando infine al 2,8% nel 2018, anno nel quale è previsto il raggiungimento del pareggio di bilancio tanto desiderato da Berlino.



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