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Le troppo gaie diatribe sui matrimoni gay

l commento è stato pubblicato oggi da L’Arena di Verona, il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi

Mancava solo una bella litigata sui matrimoni-gay. O meglio, sulla trascrizione di queste nozze fatte all’estero nei registri civili in Italia. Ma il governo, che già balla di suo per la riforma del lavoro, al punto d’essere stato costretto a porre il voto di fiducia in Parlamento, ora ci ha concesso anche l’ultima baruffa. Che si deve a una circolare del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ai prefetti – circolare, peraltro, che molti Comuni già annunciano di non voler rispettare – per mettere in guardia. Bisogna cancellare subito dai registri municipali eventuali matrimoni omosessuali contratti in altri Paesi, trattandosi di atti illegittimi. Ed è subito bufera civica e ideologica, col mondo politico che si spacca non solo sulla circolare in sé, ma soprattutto sul tema se sia giusto o meno prevedere le nozze fra persone dello stesso sesso da noi. Tema molto serio e internazionale, dove ogni nazione ha fatto la sua scelta e dove ogni opinione è benvenuta. Ma c’è un piccolo dettaglio che sfugge ai polemisti di pronto intervento: non toccherebbe né ai prefetti né ai municipi decidere come si attua la Costituzione della Repubblica. Tocca al legislatore nazionale.

Ma ormai la tempesta è scoppiata, emozioni e reazioni hanno la meglio sulle riflessioni. Riflessioni che, proprio in queste ore, sta facendo il sinodo dei vescovi fortemente voluto dal Papa per discutere di famiglia in tutte le sue evoluzioni. Anche in quella, tradizionalmente ostica per la Chiesa, dei divorziati e dei risposati. Verso i quali, invece, Francesco tende una mano nuova e forte, cercando di capire come fare a conciliare l’antica dottrina con la realtà del tempo che passa e che cambia. Eppur si muove, la Chiesa.

Ma si muovono anche tanti cittadini italiani. Per la prima volta il dato degli emigranti ha superato quello degli immigrati, cioè i connazionali alla ricerca di un futuro fuori d’Italia sono più numerosi degli stranieri che sperano in un loro futuro in Italia. E’ l’altro lato della crisi, con i giovani – ma anche tanti adulti – stufi di attendere quella svolta troppe volte sbandierata dalla politica per essere, ancora, creduta. Parole, soltanto parole: e molti italiani se ne vanno. Ma un altro fiume di parole già scorre sull’iniziativa del ministro Alfano, che finisce per tornare a divedere le fazioni in modo prevedibile (la sinistra contraria, la destra favorevole alla circolare), ma soprattutto per togliere energie e attenzione sulla prioritaria emergenza: come far ripartire l’economia in Italia. Come non far ripartire gli italiani verso l’estero.

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