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Ebola, ecco chi sono i volontari che possono fermare il virus

Nick Owen è un ragazzo normale che potrebbe diventare noto. Biondo con occhiali grossi, da anni lavora con Medici senza frontiere. Ha 27 anni e si occupa dell’ufficio stampa. Ogni giorno ha a che fare con informazioni, dati, cifre, fotografie che descrivono tutta la ferocia di Ebola. Negli ultimi mesi ha visto morire 10 colleghi e l’impotenza nell’aiutare quelli che sono malati lo ha portato ad una difficile decisione: fare parte del programma di sperimentazione del vaccino anti-Ebola.

RICERCHE A OXFORD

Per adesso Owen è soltanto il paziente EBL-001016 e vive sotto controllo nell’Istituto Jenner di Oxford nel Regno Unito. Insieme a lui ci sono altri 60 volontari che non percepiscono nessun compenso. Hanno soltanto la soddisfazione di dare un contributo fondamentale nella ricerca di una soluzione al virus che fino ad oggi ha causato 4000 morti, secondo l’Oms.

L’INIEZIONE DEL VIRUS

Nonostante non fosse malato, a Owen è stato somministrato il vaccino ChAd3, che incorpora nel sistema immunologico un’unica proteina benigna del virus in modo tale da creare immunità nello stesso organismo. In un’intervista rilasciata alla stampa inglese il ragazzo ha detto che il rischio di contagio nel suo caso è inesistente. “La mia famiglia pensa che sono pazzo. Mi sento strano perché dal 6 ottobre il virus più letale al mondo ora è nel mio sangue”, ha raccontato nel suo blog di Medici senza frontiere.

IL VACCINO ITALIANO

Il vaccino non è nuovo. È stato sviluppato dal laboratorio italiano Okairos (acquistato recentemente dalla multinazionale GSK) e l’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive (NIH) degli Stati Uniti. Non tutti i volontari hanno avuto la stessa dose. Sono stati divisi in tre gruppi: alta, media e bassa carica virale. Owen appartiene al primo gruppo. I primi risultati saranno pronti tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre, secondo Adrian Hill, direttore della ricerca.

MENO MALE DEL VACCINO ANTI-INFLUENZA

Dopo analisi approfondite e uno studio delle condizioni di salute, a Owen è stata fatta una puntura con la cura sperimentale. Avvertiva un po’ di dolore al braccio e qualche malessere da raffreddore. “Il vaccino contro l’influenza mi ha fatto più male di questo”, ha scritto. Ora il suo corpo sta creando le difese necessarie per combattere il virus e proteggere gli organi vitali.

VICINO AGLI OPERATORI

Owen è molto vicino agli infermieri contagiati: “Il mio cuore è con Teresa, Manuel e Miguel. Spero che riescano a riprendersi presto”. Sulle polemiche attorno ai protocolli dell’Oms, Owen sostiene che “quello che è accaduto dimostra che esistono procedimenti sicuri per trattare Ebola ma gli assistenti sanitari sono ad alto rischio”.

Un’altra volontaria è l’inglese Polly Markandya, anche lei componente di Medici senza frontiere. Ha ricevuto la dose lo scorso venerdì e sul blog racconta: “Non ho effetti secondari per adesso. A breve comincia la vaccinazione in Mali. Un piccolo sacrificio per la vita di molti in futuro”.

Ecco un video con le dichiarazioni di Owen alla stampa inglese.

 



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