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Chi è Francesco Milleri, l’uomo che sta scombussolando Luxottica

Una delle più solide aziende italiane, bilancio in forma, capacità di comprare marchi prestigiosi all’estero e resistenza anche nella punto più basso della crisi, rischia di venire travolta dagli affari di famiglia.

Luxottica, su cui avrebbe messo le grinfie la seconda (e quarta) moglie del martinitt Leonardo Del Vecchio, Nicoletta Zampillo, si gioca le ultime sedute di Borsa sull’ascesa di un altro personaggio: Francesco Milleri. Che non fa parte della famiglia in senso stretto, ma ad essa è legato da venti anni e pare che sia stata la stessa Zampillo a volerlo in un ruolo di rilievo nel board.

“DECIDE MIO MARITO”
Eppure lei smentisce, su tutta la linea. “Era l’inizio del 1991, dopo la separazione dal mio precedente marito – dice a Repubblica – Dopo sei mesi in quella casa è arrivato il dottor Milleri con la moglie e un figlio che aveva la stessa età del mio. Sono diventata amica della moglie e quando mi sono fidanzata con Leonardo ci siamo frequentati con i Milleri per diversi anni. Poi ci siamo separate entrambe e dal 2000 al 2009 non ho più visto Francesco Milleri che invece ha continuato a frequentare mio marito e la sua compagna di allora. Milleri conosce bene anche i figli del primo matrimonio di Leonardo, cioè Claudio, Paola e Marisa. Siamo amici ma non l’ho suggerito a mio marito, lui decide da solo. Ha quasi ottant’anni ma è perfettamente lucido e a me non mi ascolta più di tanto”. Ovviamente lei lo reputa “onesto, bravo e competente” e fedele da 15 anni anche su incarichi delicati.

IL CONSULENTE CHE NON PIACE AL BOARD
E allora perché è così inviso al board che non lo ritiene dotato del curriculum sufficiente ad affiancare il prossimo ceo Massimo Vian come vice presidente, secondo le indiscrezioni già dall’assemblea del prossimo 29 ottobre?
Si occupa di sistemi gestionali integrati e digitalizzazione dei processi di fatturazione. Grazie a queste due attività, scrive il quotidiano Mf, prospera il business di Milleri. Il manager è un self made man, nato nel 1959 a Città di Castello, in provincia di Perugia. In Umbria ha lasciato il cuore, oltre che la proprietà delle Terme di Fontecchio, ha studiato all’Università di Firenze per poi conseguire un Mba alla Bocconi di Milano. Si è specializzato nei sistemi Sap grazie a un master biennale concluso nel 1990 alla Leonard N. Stern School of Business di New York: “Oggi dopo vent’anni di presenza sul mercato si è creato una nicchia che vale 8,5 milioni di giro d’affari. Grazie a clienti quali la stessa Luxottica (che gli garantisce, si dice nei corridoi del gruppo di Agordo, quasi il 70% degli introiti complessivi) ma anche a big a controllo statale quale Eni e Saipem, la Davide Campari di Sesto San Giovanni e la Barilla di Parma”. La sua società, la Mea, che fa software Sap per sanità e moda, ha un patrimonio netto di 1,5 milioni e nel 2013 ha fatturato 5,37 milioni di euro, con un utile netto però davvero misero: 4.539 euro. La maggior parte dei ricavi, oltre 4,7 milioni, deriva da software e servizi fashion.

COMPETENZE VS AFFETTI
Ha le competenze per fare il ceo? Probabilmente no, e probabilmente il board ha ragione. Ma dalla sua Milleri ha alcune peculiarità inarrivabili. “Consulente, manager, amico di famiglia, compagno di una dirigente del gruppo (Alessandra Senici, direttore Investor relations, ndr). E fornitore – come riporta Il Corriere – Affari e affetti hanno accompagnato l’ascesa di Francesco Milleri nella governance di Luxottica”. Insomma, il dubbio che i rapporti personali abbiano avuto più peso delle competenze è forte.
O forse al quasi ottantenne Del Vecchio la parabola di Milleri, fatte le dovute proporzioni, ricorda la sua: quando negli anni Sessanta, lui orfano di guerra ed ex studente nel Collegio dei Martinitt “non esitava a caricare il camioncino pur di consegnare il prima possibile le sue montature agli ottici di Milano – ricorda Il Giornale – Dopo mezzo secolo di sviluppo e acquisizioni indovinate – come Ray-Ban, Oakley, la catena americana Lens Crafters, fino all’accordo per i Google glass – oggi Luxottica fattura 7 miliardi vendendo nel mondo gli occhiali che produce in sei fabbriche tra Italia, Cina, Brasile e Stati Uniti”. E in fondo, dare un’opportunità a un uomo che viene dal nulla, piuttosto che a un figlio che non si ritiene all’altezza, potrebbe essere persino la vera rivoluzione del capitalismo in salsa tricolore.


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