Giapponesi al contrattacco per Ansaldo Breda, nel settore dell’ingegneria dei trasporti su rotaia, e Ansaldo Sts, leader mondiale nel segnalamento ferroviario: il 16 ottobre, nel corso dell’incontro con Matteo Renzi, il primo ministro nipponico Shinzo Abe ha sponsorizzato Hitachi contro la cordata cinese Cnr-Insigma che concorre all’acquisto delle due controllate di cui Finmeccanica ha scelto di liberarsi. Qualche giorno prima, nel corso di una trasferta riservata – ha scritto Fabio Tamburini sul Corriere della Sera – gli aspetti essenziali dell’offerta giapponese erano stati illustrati in dettaglio a governo italiano e board di Finmeccanica da Hiroaki Nakanishi, numero uno di Hitachi, e dall’inglese Alistair Dormer, ad di Hitachi rail global, controllata che ha sede a Londra e si occupa di trasporto su rotaia con un fatturato di 1,1 miliardi e circa 2900 dipendenti.
GLI IMPEGNI DI HITACHI
Hitachi è pronta a garantire il mantenimento dell’occupazione attuale, pareggiando così le garanzie date dai cinesi; in più lo stabilimento genovese di Ansaldo Sts diventerà il polo europeo delle attività del gruppo giapponese nei sistemi di segnalamento, mentre l’Ansaldo Breda di Pistoia lo sarà per quelle nel ferroviario. Non è ancora chiaro quale sarà il destino della fabbrica di Reggio Calabria. L’offerta prevede inoltre la conservazione di entrambi i marchi, la salvaguardia del management attuale, il rafforzamento finanziario e delle verifiche sugli standard, la valorizzazione dei made in Italy aziendali trasferendoli negli altri stabilimenti, il mantenimento della catena distributiva italiana con i fornitori esistenti.
CHI SONO I GIAPPONESI
Fondata nel 1910 da Namihei Odaira nella omonima città di Hitachi, la multinazionale che vuole comprare Ansaldo opera nell’ingegneria e nell’elettronica ed è leader di mercato nel trasporto su rotaia e vuole conquistare il mondo: già è presente in oltre 50 Paesi nell’industria, la generazione di energia, le telecom, costruzioni, trasporti, automotive, infrastrutture retail. Solo nell’ultimo anno il gruppo ha investito in ricerca e sviluppo 2,6 miliardi di euro, pari al 3,7% del fatturato, che è ammontato a 71,7 miliardi. Degli oltre 325mila dipendenti in tutto il mondo 4900 sono ricercatori.
OFFERTE A FINE MESE
L’amministratore delegato di Finmeccanica, quel Mauro Moretti fino a qualche mese fa a capo di Trenitalia, aspetta le offerte vincolanti per la fine del mese e l’affare si concluderà con ogni probabilità nel mese successivo. Lo scorso maggio, un’altra controllata di Finmeccanica, Ansaldo Energia era finita in territorio cinese grazie a un accordo tra Fondo Strategico Italiano e Shanghai Electric (Sec), leader mondiale nella produzione di macchinari per la generazione di energia e attrezzature meccaniche, che prevede l’acquisizione da parte di Sec di una quota del 40% di Ansaldo Energia e la costituzione di due joint venture per la produzione di turbine a gas destinate ai mercati asiatici, oltre allo sviluppo di un centro R&S a Shanghai.
CHI VINCE TRA PECHINO E TOKYO
Capire chi la spunterà fra cinesi e giapponesi non è facile perché, come scriveva ancora Il Corriere un mese fa, i cinesi di China Cnr corporation, leader mondiale nella costruzione di locomotive e Insigma group, presente nei sistemi di segnalamento offrono “un premio generoso sul valore attuale dei titoli di Ansaldo Sts (quotata in Borsa), disponibilità a rilevare subito l’intera quota controllata attualmente da Finmeccanica assumendo l’onere di gestione dell’Offerta pubblica di acquisto (prevista in questi casi per legge), garanzia del cash disponibile da parte di una delle maggiori banche cinesi, conferma dei livelli di occupazione”. Ora che anche i giapponesi hanno scoperto le carte, la palla passa ai venditori. Chi è al corrente del dossier dice che i giapponesi non sono sfavoriti, anzi. Anche perché – notano alcuni addetti ai lavori – Ansaldo Sts è per metà un’azienda americana che gestisce controllo e sistemi delle principali metropolitane americane (Chicago e Miami) e desta preoccupazione per la sicurezza che finisca in mani cinesi.