Alcuni credono che il Canada abbia perso la sua innocenza il 22 ottobre, quando un uomo armato ha ucciso una guardia al Cimitero Militare della Memoria ed è stato colpito a morte nel Parlamento di Ottawa, poco distante dalla stanza del primo ministro Stephen Harper (Guarda il video).
Peccato che l’innocenza fosse già stata persa, ce la siamo vista brutta ma il peggio forse deve ancora venire. La domanda che si fanno i canadesi è se sono davvero preparati al peggio e nel caso non lo siano, a quali diritti sono disposti a rinunciare. Questo dibattito impegnerà il Parlamento di Ottawa per i prossimi mesi e assumerà certamente toni aspri e amari.
Il Canada era un paese giovane quando mandò 424.000 giovani soldati a combattere nella prima guerra mondiale; 61.000 di questi sono sepolti in Francia. Le prime truppe canadesi hanno combattuto per la liberazione dell’Italia nel 1944; un’armata canadese ha preso parte allo sbarco in Normandia, il D Day, insieme a due armate statunitensi e due britanniche. Proprio la scorsa settimana in visita in Corea del Sud a Busan abbiamo reso omaggio ai caduti canadesi nella guerra di Corea.
Il Canada non è nuovo neanche ad atti di terrorismo interno; nel 1970 il primo ministro Pierre Trudeau invocò l’applicazione del War Measures Act, sospendendo i diritti civili, dopo che i terroristi del Quebec avevano rapito un diplomatico britannico e ucciso il Ministro Pierre Laporte. L’innocenza è stata persa allora, non oggi.
I canadesi sapevano che la partecipazione alla guerra in Afghanistan, oltre alle 158 vittime tra i propri soldati, avrebbe messo la nazione in pericolo. Nessuno si è stupito quando i leader di ISIS hanno inneggiato alla morte dei canadesi, d’altra parte il Governo ha schierato truppe, in assetto non offensivo, e aerei, in assetto decisamente offensivo, nelle recenti campagne contro l’organizzazione terroristica. Le autorità canadesi sapevano bene a cosa saremo andati incontro, i due diversi attacchi di questa settimana in cui due soldati hanno perso la vita hanno scioccato la popolazione, ma non erano del tutto inattesi.
Nelle prossime settimane i canadesi si domanderanno quanto vogliono restringere l’accesso pubblico al Parlamento, verranno introdotte nuove leggi anti terrorismo. Le opposizioni faranno il loro dovere chiedendo che i diritti civili non vengano limitati. Sicurezza, leadership, e diritti civili saranno terreni di disputa importante nelle elezioni nazionali dell’ottobre 2015. Non sarà certo un dibattito naive tra poveri sprovveduti, tutti sapevano che qualcosa sarebbe successo, ma questo non significa che ci piaccia!
John Ibbitson, CIGI Senior Fellow, Waterloo, Ontario, Canada
Chiara Oldani, CIGI Visitign Scholar, Waterloo, Ontario, Canada