Sorpresa: il Governing Council ECB ostenta compattezza, e determinazione nel perseguire obiettivi di politica monetaria, ben definiti e ufficializzati nello statement.
Nel secondo paragrafo dello Statement sono state ufficializzate le attese di un ritorno del bilancio ECB alle dimensioni di inizio 2012. Si tratta di un aspetto importante, perché, come ha fatto notare Draghi stesso nel Q&A, lo statement porta le firme di tutti i membri del Governing Council e quindi non vi può essere dubbio che il target di size del bilancio è riconosciuto da tutti. Ciò ridimensiona alquanto le indiscrezioni circolate i giorni scorsi, riassunte da Reuters.
Nel quarto paragrafo si ufficializza che il Governing Council è unanime nell’impegno ad usare altre misure non convenzionali in caso di bisogno, e ha dato incarico allo staff e altri componenti dell’Eurosystem di predisporle.
Nel Q&A Draghi ha ulteriormente chiarito il target, facendo esplicito riferimento alle dimensioni di marzo 2012 (3 trilioni di €), vale a dire un incremento netto di un trilione di €. Ha inoltre indicato 2 eventualità tali da richiedere ulteriori azioni: 1) se le misure varate si riveleranno insufficienti a raggiungere i target 2) se l’outlook sui prezzi si deteriorerà ulteriormente.
L’inserimento nello statement del target di bilancio sgombra il campo da possibili equivoci sull’unanimità del Committee nel considerarlo il principale obiettivo delle misure varate. Non a caso Draghi ha citato nel QE l’esperienza di altre banche centrali, e sottolineato come il bilancio ECB si muoverà in direzione contraria ad altri istituti centrali. L’accenno nello statement all'”attento monitoraggio” non fa che aumentare l’impressione di reattività del Governing Council. E’ chiara l’intenzione di rassicurare che l’obiettivo verrà raggiunto.
In soldoni, Draghi ha compiuto ogni sforzo per rassicurare gli investitori sulla compattezza del Governing Council e nella sua determinazione a perseguire obiettivi ben definiti, facendo ricorso a misure non convenzionali, senza alcuna preclusione. Di fatto, nel caso TLTRO e acquisti di covered bonds e ABS si rivelino insufficienti a far crescere il bilancio ECB dell’ammontare desiderato, queste verranno integrate, eventualmente estendendo il pool di asset privati o passando a un QE vero e proprio.
L’unico dubbio che resta è quanto tempo deve passare prima che il giudizio sull’entità dei progressi diventi definitivo. Però l’integrazione delle misure può avvenire anche nel caso lo scenario inflattivo si deteriori ulteriormente.
Su queste basi, non è escluso che le condizioni citate per il rafforzamento dell’azione si presentino già a dicembre, quando verranno pubblicate le nuove Staff Projections ECB. In generale, la probabilità del varo di un Qe nel primo trimestre del 2015 aumenta sensibilmente in seguito alla conference odierna.
Immediata la reazione del mercato, con un brusco indebolimento della divisa unica e una forte accelerazione degli indici azionari. Successivamente, complice un inasprimento delle tensioni geopolitiche in Ucraina, l’equity ha assunto un atteggiamento più riflessivo, azzerando nella sostanza i guadagni grazie a un settore bancario tornato pesante. Con ogni probabilità, all’entusiasmo degli investitori per le novità si è sostituita la sensazione che, una volta eliminati retorica e promesse, nulla di significativo sia stato deciso oggi (a differenza della BOJ venerdi scorso).
Si tratta, a mio modo di vedere, di una view troppo disillusa. E’ vero, oggi non è arrivato un QE, ne sono state rese più attraenti le misure esistenti. Ma è stata cancellata ogni ambiguità circa gli obiettivi di politica monetaria e la determinazione a centrarli. Per effetto di ciò, la probabilità di un QE all’anglosassone nei prossimi mesi sale significativamente.
Poi, come ribadito a più riprese dai principali banchieri centrali globali, c’è un limite a quanto può essere ottenuto con la politica monetaria da sola. Ma questo è un altro discorso.