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Infrastrutture, per le grandi opere servono oltre 14 anni

codice appalti

Per realizzare un’opera pubblica in Italia dal valore superiore ai 100 milioni di euro servono 14 anni e mezzo, un tempo che nel triennio 2009-2013 è aumentato di oltre 3 anni e mezzo. Se si fa riferimento solo alla fase di progettazione e affidamento dell’opera, la durata supera di quattro volte la realizzazione in tempo stretto. Sono i risultati principali del rapporto ‘I tempi di attuazione e di spesa delle opere pubbliche’ realizzato dall’Area analisi e monitoraggio degli investimenti pubblici dell’Unità di verifica degli investimenti pubblici (Uver) del dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica (Dps) che fa capo al ministero dello Sviluppo economico.

Lo studio ha analizzato oltre 35mila opere per un valore economico complessivo di circa 100 miliardi di euro.

I TEMPI DI REALIZZAZIONE 

Dal Rapporto emerge che i tempi di attuazione di opere che valgono meno di 100mila euro sono di poco inferiori a 3 anni, mentre superano i 14 per i progetti dal valore di oltre 100 milioni. La progettazione degli interventi complessivamente presenta durate medie variabili tra 2 e 6 anni; la fase di aggiudicazione dei lavori oscilla tra 5 e 16 mesi, mentre i tempi medi di realizzazione lavori variano tra 5 mesi ad oltre 7 anni. In sostanza i tempi della fase di progettazione sommati a quelli dell’affidamento risultano pari o superiori a quelli della sola realizzazione assorbendo però una spesa nettamente inferiore.

TRASPORTI FERROVIARI, MARITTIMI E AEREI I PIÙ LENTI

I tempi di relizzazione più lunghi si registrano alla voce ‘Altri trasporti’, che raccoglie quelli ferroviari, marittimi, aerei, lacuali e fluviali, che vedono una media di 6,8 anni. La più ‘rapida’ è l’edilizia con tempi di attuazione di 3,7 anni. La viabilità stradale ha in media tempi di completamento pari a 5,2 anni, le risorse idriche, i rifiuti e la cultura durate che oscillano tra i 4,9 ed i 5,4, mentre la difesa del suolo 4.

I TEMPI SI ALLUNGANO

Tra le cattive notizie non c’è solo la lunga durata della realizzazione delle opere. Un secondo aspetto negativo è che il tempo si sta allungando. Per le opere di maggiore dimensione economica (sopra i 100 milioni di euro), l’incremento è superiore al 30% nel triennio 2009-2013, quando si è passati da 11 a 14,6 anni. Una dilatazione si registra anche per le infrastrutture più piccole, con un aumento medio di circa 6 mesi.

NORD E REGIONI VELOCI, SUD LENTO

L’analisi per territorio mette in luce una situazione nella quale, pur con qualche eccezione, nelle Regioni settentrionali i tempi di attuazione delle opere (e di completamento della spesa) sono mediamente più brevi, mentre si rilevano sensibili ritardi in alcune regioni del centro e del Mezzogiorno. Tra le performance maggiormente negative, e in peggiormaneto nel tempo, c’è quella della Sicilia, dove la durata netta è passatae da 5,6 anni del 2011 a 6,9 anni del 2013.

Rispetto alla tipologia di ente attuatore, le analisi hanno mostrato performance realizzative delle opere pubbliche pressoché analoghe; non sono quindi le caratteristiche del soggetto attuatore (centrale o regionale, ente locale o grande concessionario) che sembrano fare la differenza, analizza il Rapporto, piuttosto il sistema territoriale nel quale viene programmato, progettato, finanziato e realizzato l’investimento. Tra gli enti è comunque la Regione a registrare i risultati migliori (4,1 anni).

LA STROZZATURA BUROCRATICA

Circa il 42% della durata complessiva di realizzazione di un’opera pubblica (circa due anni, rispetto ai 4,5 anni in media che trascorrono dalla progettazione alla conclusione dei lavori) è rappresentato dai cossiddetti tempi di attraversamento, ossia i quelli burocratici necessari al passaggio alla fase successiva. Questo valore sale al 61% se si considerano unicamente la progettazione (preliminare, definitiva, esecutiva) e l’affidamento lavori.

IL CANTIERE CHIUDE, MA C’È ANCORA DA SPENDERE

Un’altra nota negativa sottolineata dal Rapporto è che alla chiusura dei cantieri rimane in media ancora da spendere poco meno del 30% del costo totale dell’opera, un valore percentuale che mostra una certa variabilità sia per settore (con valori che oscillano dal 14% al 49%), sia per dimensione economica dei progetti (dal 20% al 46%).

QUALI SOLUZIONI?

Tra “le azioni più significative che si ritiene possano riportare il ciclo di attuazione delle opere su un sentiero positivo”, il Rapporto indica la piena operatività del Fondo progetti e del Fondo opere (previsti all’art. 10 del d.lgs. 229/2011), in modo da affrontare il tema delle carenze delle progettazioni e accrescere l’efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche, dal momento che vengono finanziati unicamente i lavori di opere pubbliche che hanno raggiunto un elevato livello di maturità progettuale (progetto definitivo).

Tra le altre azioni, l’operatività delle Conferenze di servizi preliminare e dei poteri sostitutivi; il ricorso a centrali di committenza ovvero l’assegnazione di responsabilità attuative solo a enti attuatori che già dispongano di adeguate risorse professionali; il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza.

DELRIO: TROPPI TEMPI MORTI

“Occorre disciplina, ci sono troppi tempi morti. L’Italia è un Paese che deve applicarsi di più. Quindici o vent’anni per un’opera sono troppi. I tempi morti sono nelle fasi di passaggio per questo la semplificazione è la chiave di tutto. Poi tutte le pubbliche amministrazioni devono applicarsi e fare dei buoni progetti”. è il commento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, che ha sottolineato anche la necessità di adeguare il Codice degli appalti italiano alla normativa Ue. (FRA)


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