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Perché la Pinotti alza i toni (contro i tagli alla Difesa)

Il nostro è un Paese bizzarro. Un partito di opposizione a corto di argomenti sceglie la via giudiziaria per denunciare il patto del Nazareno (?!) e un volo di Stato del ministro della Difesa e cosa fanno magistratura e media? Invece di svelare la nullità delle accuse, le rilancia. Tutto questo nel contesto di una Italia fiaccata della crisi e nel mezzo di un crocevia di crisi internazionali che si sovrappongono con rischi crescenti (la Libia ma anche l’Ucraina).

A dire basta e a pronunciare parole chiare è oggi, per fortuna, il ministro Roberta Pinotti che, in una intervista alla Stampa di Mario Calabresi, ha voluto richiamare l’attenzione sull’errore strategico di procedere con i tagli alla Difesa previsti dalla legge di stabilità.

Si tratta di “spese essenziali” ha spiegato che rappresentano “investimenti per il nostro futuro, per la nostra sicurezza”. L’industria del settore – ribadisce la Pinotti – “ci permette di essere presenti in settori tecnologicamente avanzati”.

Visione geopolitica (focus su Mediterraneo e nuove modalità di collaborazione nel Golfo) e prospettiva industriale: la Difesa cambia pelle ed il ministro cerca di spiegarlo con efficacia. Ora tocca che chi deve la ascolti.



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