“Sono giorni caldi per Wang Yundan e Xu Lihong. Aspettano l’esito dell’asta sugli asset elettrici messi in vendita in Italia dal gruppo tedesco E.On, assistiti dal loro advisor Accenture. La partita vale 2 miliardi ed entrerà nel vivo la prossima settimana quando sono attese le offerte vincolanti. E chi vincerà la partita ridisegnerà la mappa italiana del potere elettrico”. Lo scrive Daniela Polizzi sull’ultimo numero del Corriere Economia. Due miliardi dei cinque che i due Signori cinesi dell’energia hanno dichiarato di voler investire tra Europa e Usa. E in Italia hanno già fatto visita a Edison, Gala, ai presidi della svizzera Alpiq e “acceso un faro su Sorgenia”. Perché il Belpaese è visto come la gallina dalle uova d’oro, dove si possono fare affari a buon mercato.
I PIANI DI CONQUISTA DI WANG
Insomma, l’energia italiana potrebbe parlare sempre più mandarino. Ma chi sono Wang e Xu? Il primo, “ingegnere, già responsabile energy nel governo di Pechino, è il presidente della Shanghai Electric Power (Sep)… braccio nell’ingegneria per la costruzione di centrali, soprattutto a carbone, della China Power Investment”. Ovvero una delle cinque Gencos in cui il governo ha parcellizzato le fabbriche di Stato. Cpi, fondata nel 2002, è un gruppo integrato che si occupa di energia (idrologica, termale, nucleare e rinnovabile), carbone, alluminio, ferrovie e porti i produttori. E vanta, come si legge sul
http://eng.cpicorp.com.cn/Corporate%20Profile.htm”>sito web, una capacità istallata totale di circa 90mila Megawatt a fine 2013, oltre a una capacità produttiva di carbone “pari a 74,1 milioni di tonnellate, capacità di fusione di alluminio di 2,89 milioni di tonnellate e di 2,6 milioni di tonnellate nella raffinazione dell’alluminio, e un milione di tonnellate nella produzione della bauxite. Asset totali per 101 miliardi di dollari… con un fatturato che nel 2013 è ammontato a 31,4 miliardi di dollari”.
… E DELLA SIGNORA XU
Ad accompagnare Wang nel suo viaggio in Italia c’era Xu Lihong, la cfo della holding Cpi. “Laureata in Finanza alla Changsha University of Electric Power – si legge qui – ha conseguito un master in business administration dalla Northeast China University. Prima di approdare nei produttori dell’energia di Stato, Ms. Xu è stata memebro del Bureau di gestione dell’indistria di Huazhong Electric e vice direttore del Dipartimento per l’Energia”.
DOVE VA L’ENERGIA CINESE
Carriere politiche, come i proclami, in perfetto stile filogovernativo da Repubblica Popolare. “La storia elettrica di Shanghai è iniziata nel 1882 con il primo lampione acceso al Garden Bridge – scrive sul sito di Sep Wang, che ricopre il ruolo di presidente dall’agosto 2011 – una storia gloriosa e secolare, in cui Sep si è rimodulata per seguire gli sviluppi degli anni recenti”, con l’obiettivo primario di convertirsi a un uso più pulito ed efficiente dell’energia. Quella che il governo cinese definisce la “quarta trasformazione”. E che porterà questi colossi cinesi a fare la parte del leone nel risiko dell’energia italiana.