Skip to main content

Ecco come Isis è arrivato in Australia

La guerra di Isis oltrepassa le frontiere del Medio Oriente. Il tentativo di arruolare giovani nell’organizzazione terroristica è arrivato in Australia. E, a contribuire all’allargamento del radicalismo islamico, non è la mancata integrazione dei musulmani.

AMICHEVOLE BARBECUE

A settembre, la polizia ha fatto irruzione in alcune case per scongiurare quello che è stato descritto come “un complotto di estremisti islamici per eseguire decapitazioni in casa”. Ma per riconciliare la comunità, Jamal Rifi, leader della comunità musulmana a Sydney, ha organizzato un barbecue con l’intento di promuovere l’integrazione. I partecipanti indossavano magliette con la scritta: “Orgoglio australiano”.

I MUSULMANI AUSTRALIANI

Sul quotidiano Herald Sun, Lydia Shelley, portavoce delle organizzazioni musulmane in Australia, ha chiesto agli australiani di non trattare tutti i credenti dell’Islam come terroristi. Circa il 61% dei 21,5 milioni di australiani è di religione cattolica, mentre solo il 2,2% è musulmano. Di questi, il 61,5% sono immigrati.

CONTRO IL TERRORISMO

Parlamentari e leader musulmani radicati in Australia hanno condannato il video di un combattente di Isis di 17 anni, nato a Sydney, che invita i suoi connazionali ad entrare nell’esercito dell’organizzazione. Secondo Josh Frydenberg, deputato vicino al primo ministro Tony Abbot, questo “video terrificante” deve servire per ricordare la minaccia latente del radicalismo islamico.

GIOVANE COMBATTENTE

Compiuti i 17 anni a giugno, Abdullah Elmir è scomparso con un suo amico, di 6 anni. Secondo il Daily Telegraph il ragazzo ha avvertito con un sms la madre che sarebbe partito per combattere a favore dell’Islam. Dalla ricostruzione fatta dalle autorità, i due giovani sarebbero partiti da Sydney verso il porto australiano di Perth, diretti in Malesia, dopo in Thailandia per finalmente entrare in Siria (o in Irak) attraverso la Turchia.

Nel video, il giovane jihadista si fa chiamare “Abu Khaled dell’Australia” e avverte che lo Stato Islamico combatterà “finché non sarà alzata la bandiera di Isis sulla Casa Bianca di Washington… A Obama, a Tony Abbott, dico che queste armi, questi soldati, non si fermeranno”.

INTERVENTO MILITARE

L’Australia si è unita ai bombardamenti contro Isis nel nord della Siria e in Irak. Il vice comandante delle Forze di Difesa australiane, Ray Griggs, ha confermato in Senato che aerei Super Hornets hanno compiuto 400 ore di volo sull’Irak, lasciando cadere tre bombe sulle postazioni di Isis. Secondo l’Australian Broadcasting Corporation, il governo porta avanti anche un progetto di legge mirata a combattere la minaccia terroristica.



CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter