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Small cap Conference, le storie di successo del made in Italy

Dallo scorso aprile, quando la luce sulle possibile ripresa dell’economia – soprattutto europea e italiana – si è fatta più fioca, le piccole società quotate in Borsa che fino a quel punto dell’anno avevano corso, si sono fermate. Le piccole sono infatti più sensibili alle turbolenze dei mercati e per i grandi investitori internazionali, quelli che davvero muovono i listini, sono spesso poco interessanti perché poco liquide. E così, ogni volta che escono dal radar, con loro anche l’Italia delle quotate – dove anche le blue chip sono piccole nel confronto internazionale – esce di scena.

SMALL CAP CONFERENCE 2014
Ma a Milano la settimana scorsa Borsa italiana ha organizzato un convegno dedicato alle small cap, le piccole tra le piccole, che di fatto sono la specificità di questo Paese e di questo listino. Alle nostre multinazionali tascabili è stata data la possibilità di presentarsi agli investitori raccontando business e punti di forza. Saranno stati convincenti gli amministratori delegati? Ci risponderà il mercato nei prossimi mesi. Oggi ci accontentiamo di raccontare alcune di quelle storie di eccellenza italiane raccolte in Borsa (quotate quasi tutte su Aim, il listino alternativo e semplificato dedicato alle pmi).

COGITO ERGO VALEO (IN BORSA)
La prima è quella di Expert System, una società It che rende le macchine capaci di pensare. Non è un eufemismo. “Il nostro software Cogito, a cui lavoriamo da 15 anni – ha detto l’ad Stefano Spaggiari – rende le informazioni che si trovano nel mare magnum di Internet interpretabili e reperibili. I documenti le tengono intrappolate, noi le liberiamo”. Il software usa l’intelligenza artificiale per simulare il nostro processo cognitivo: “abbiamo insegnato alla macchina a fare l’analisi logica e semantica – continua Spaggiari – di 2 milioni di concetti e milioni di relazioni. Per dare un’idea delle dimensioni: la nostra macchina contiene 350mila lemmi in inglese, circa il doppio di un vocabolario corposo. Dopo aver condotto l’analisi, la macchina è in grado di catalogare le informazioni secondo diverse categorie”. Cisco, Microsoft, Chevron, Ing, Shell, Ansa e Telecom sono già tra i clienti/utenti di Cogito. E di recente Spaggiari ha incontrato il management di Bloomberg per discutere della propria offerta.

NUOVO CINEMA ITALIA
Ben due società nel settore della cinematografia si sono quotate quest’anno su Aim. Si tratta di Notorious Pictures, il cui ad Guglielmo Marchetti ha puntato per crescere sull’acquisto di diritti su film soprattutto statunitensi che verranno sfruttati su tutti i media per almeno 18 anni. “Gli acquisti avvengono sulla base delle sceneggiature – ha detto Marchetti – Poi, quanto più un film va bene nelle sale, tanto più sono alte le aspettative di successo sugli altri media, dall’home video alla tv”. Un modello che consente una elevata visibilità della performance.
Nuovi contratti all’orizzonte per Lucisano Media Group, che ha “forti aspettative” sul film Scusate se esisto con Raoul Bova in uscita nelle sale cinematografiche, mentre ancora raccoglie il successo di Confusi e Felici: “gli incassi sono in linea con le nostre previsioni”, ha detto l’ad Federica Lucisano, che punta dunque tutto sulle pellicole made in Italy. E intanto la società è al lavoro sul progetto per le sale cinematografiche: “Tra due settimane annunceremo novità – continua Lucisano – e abbiamo appena concluso il refresh delle sale in Campania e inaugurato il cinema Modernissimo di Napoli”. L’imprenditrice ha confermato le stime per fine anno indicate a giugno-luglio al momento della quotazione sull’Aim.

AL GALA DELL’ENERGIA PULITA
Forte tra le piccole la presenza della green economy. Con Gala che ha spiegato i dettagli dell’operazione di integrazione con Eems. Un’operazione che consentirà al gruppo di passare in automatico su Mta (che d’altronde fin da principio aveva questo progetto, scegliendo l’Aim come passaggio intermedio e più snello per approdare in Borsa) e di rilevare gli asset di Solsonica, tra cui le tecnologie per la produzione di pannelli fotovoltaici, che valgono 38 milioni in termini di fatturato. Mentre il costo massimo dell’operazione è di 2,6 milioni. Ha puntato invece sul mini-eolico Ciro Mongilo, ad di Te Wind. “Il nostro mercato di riferimento – spiega Mongillo – è quello delle turbine da 60 kilowatt e inferiori a 200 kw. Investiamo nelle turbine, individuiamo i luoghi e poi ne diventiamo proprietari, visto che gli impianti generano profitti costanti per circa 20 anni. Il mercato è in controtendenza con le tradizionali rinnovabili, certo di nicchia ma di privilegio. Il blocco degli incentivi statali per le rinnovabili infatti non coinvolge il mini-eolico. Quindi è un mercato coccolato e incentivato dalle autorità di Governo. A differenza degli altri impianti, il mini-eolico ha poi una manutenzione estremamente contenuta in termini di costi e di tempi. La crescita media del comparto è quantificabile nel 19-35% annuo in funzione alla potenza installata”.

… E DELLA MODA HI-TECH
Infine, alla Small Cap Conference era presente Italia Independent, la società degli occhiali di Lapo Elkann, che sta infilando un successo dopo l’altro: dal premio Ernst&Young come imprenditore dell’anno 2014 per la categoria emergenti, a quello rilasciato proprio da Borsa per la miglior performance dal collocamento.
“Siamo nati grazie alla crisi – ha detto l’ad Andrea Tessitore – abbiamo adottato un modello innovativo di management: il mondo è cambiato, non basta più creare un brand. I marchi del lusso devono rivedere la loro strategia in un mondo più competitivo”. Così nell’occhialeria dove intorno al colosso Luxottica ruotano una miriade di piccoli operatori che per distinguersi devono creare un prodotto innovativo. Per far diventare degli occhiali un accessorio, Italian Indipendent ha finora puntato sulle collaborazioni, per esempio con Adidas e sulle nuove tecnologie. “Usiamo materiali come il velluto – spiega Tessitore – per le montature. Ma non solo. Con Lapo Elkan siamo poi molto “pubblici” e visibili. L’occhialeria è diversa dalla moda classica, ci vuole una gestione molto snella del magazzino. Stiamo espandendoci anche geograficamente e lo testimoniano le recenti aperture di monomarca a New York e a Dubai”. Una ricetta che ha fatto sì che il giro di affari crescesse dal 2011 al 2013 da 10 a 25 milioni di euro.


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