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Il fast fashion spagnolo conquista l’Italia

La Spagna sempre più padrona della moda ‘veloce’. O meglio, la Catalogna continua a sfornare catene ad alto potenziale (e ad alta velocità di consegna), e sta colonizzando di fatto il cuore delle città. A cominciare da quelle italiane. L’ultima notizia è quella di Double Agent, il marchio young che, dopo Roma, raddoppierà in Italia con un’apertura prevista a Milano entro l’Expo, in corso Vittorio Emanuele 15, uno spazio di circa 300 metri quadri su tre livelli, attualmente ancora occupati dal ristorante e bistrot San Carlo.

Il brand fa parte del gruppo di Barcellona Comdifil, cui fa capo anche l’etichetta Shana. L’azienda, che ha alle spalle oltre 20 anni di esperienza in diversi settori, soprattutto in quello tessile, si rivolge a un pubblico giovane proponendo prodotti a prezzi competitivi, con uno stile molto fresco che si avvicina a quello dei marchi di ispirazione californiana, come Brandy Mellville, per fare un esempio. Fino a pochi anni fa, inoltre, l’azienda è stata il più grande fornitore del gruppo Inditex. Proprio il colosso del fast fashion spagnolo, con il suo ampio portafoglio di marchi (Zara, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho, Zara Home e Uterqüe) è ormai un’istituzione dello shopping a buon mercato in Italia, imprescindibile presenza nel centro delle principali città oltre che nei centri commerciali, con un totale di circa 330 negozi da nord a sud.

Sono circa 70, invece, i punti vendita tricolori di Desigual, il marchio il cui 90% è guidato dal fondatore Thomas Meyer mentre il 10% è da qualche mese nelle mani della società di investimenti francese Eurazeo. Nel primo semestre dell’anno, il gruppo ha messo a segno un rialzo delle vendite del 23% attestandosi a quota 452,9 milioni di euro. Se Desigual è un po’ meno economico rispetto alle catene sopra citate, comunque si colloca in una fascia media; non solo, la scorsa estate ha lanciato (per ora nel Paese di origine, a Gavá, Barcellona) outlet Garage, uno spazio di 240 metri quadri all’interno del quale saranno vendute le vecchie collezioni di abiti e accessori a prezzi scontati. L’operazione outlet, dal canto suo, segue la tendenze di un altro spagnolo, Custo Barcelona, che di recente ha stretto un accordo con la catena di supermercati tedesca Lidl, portando la moda al discount.

Un marchio decisamente ‘fast’, che si è affermato in Italia con oltre 70 spazi, è infine Mango, che dal 2013 ha iniziato a puntare sulla diversificazione delle linee di prodotto, lanciando, per esempio, le collezioni bambino, sport, biancheria intima e curvy (Violeta). Questa operazione, però, ha abbassato le previsioni di fatturato per i prossimi anni, con ricavi entro il 2017 pari a 3,274 miliardi di euro in aumento del 77% rispetto al 2013, ma molto di meno rispetto ai 4,970 miliardi di euro che erano stati menzionati nello stesso rapporto dello scorso anno. È di questo mese, infine, l’indiscrezione secondo cui Mango potrebbe prendere il posto occupato dal gruppo Mondadori in Corso Vittorio Emanuele a Milano, 4mila metri quadrati su 4 piani, una delle location più ambite per lo shopping del centro della città.



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