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Chi è Issad Rebrab, il riccone algerino di Cevital che farà rivivere la Lucchini di Piombino

“Pensare in grande, iniziare dal piccolo e andare veloce”. Questo è il titolo della biografia che nel 2012 il professor Taïeb Hafsi ha dedicato a Issad Rebrab, il primo algerino entrato nelle classifiche di Forbes, l’ottavo uomo più ricco d’Africa e il fondatore della conglomerata Cevital, che qualche giorno fa ha acquisito le acciaierie Lucchini di Piombino. Ed è anche la frase che simboleggia tutta la filosofia di questo self-made man africano, spiegando cos’è l’ambizione e come si trasformano le idee in realtà.

“QUELLO CHE HO, LO DEVO AI MIEI COLLABORATORI”

“Dedico questo libro alla mia famiglia e anche ai nostri 12500 collaboratori. Senza la loro integrità, solidarietà, il loro impegno, aiuto e lealtà, il gruppo Cevital non sarebbe esistito”. Così il magnate nord africano aveva parlato in occasione della presentazione del libro, che non è “celebrativo della persona, ma traccia il successo di un uomo, un autentico costruttore che può essere di insegnamento per i businessmen di domani”.

VITA E OPERE DI REBRAB

Ma chi è veramente l’uomo più ricco d’Algeria? Noto cavaliere bianco, per aver salvato anche la società francese FagorBrandt, Issad Rebrab è nato nel 1944 a Taguemount-Azouz e, secondo la biografia ufficiale, “è stato uno dei primi algerini a essere entrato nel mondo imprenditoriale dopo l’indipendenza. Nel 1968, ha fondato il suo studio di certificatore di bilanci”. Ma l’ingresso vero e proprio nell’impresa è avvenuto quasi per caso, quando un cliente gli suggerisce di acquistare azioni nella sua impresa metallurgica. È il 1971 e Rebrab compra il 20% del capitale di Sotecom, il primo passo di una scalata all’acciaio che lo ha portato fino a Cevital, 2,6 miliardi di giro d’affari e 19 controllate divise in 4 poli: agroalimentare e trasformazione del cibo, automotive e servizi, industria e distribuzione. Nel frattempo il nostro ha avuto anche cinque figli, una femmina e quattro maschi, che oggi sono tutti nel management del gruppo di famiglia.

UNA MULTINAZIONALE DI FAMIGLIA

Cevital è una multinazionale di famiglia. E’ stata la prima società algerina ad aver investito in varie attività industriali in una storia fatta di piccoli passi e scelte coraggiose per il contesto. La ricetta del successo? È lo stesso Rebrab a svelarla, in sette punti: “Reinvestire gli utili per creare maggior valore aggiunto; ricerca e applicazione dei più avanzati know-how e tecnologie; attenzione per le scelte di uomini e donne e per la formazione e il trasferimento delle competenze; spirito aziendale; senso di innovazione; ricerca dell’eccellenza e orgoglio di essere al servizio dell’economia nazionale”.

LO SHOPPING IN FRANCIA

“In Francia ci sono società in difficoltà e noi abbiamo deciso di aprirci al mondo, in un settore in cui siamo già presenti”, così Rebrab ha spiegato la decisione di acquisire FragorBrandt, la seconda azienda di elettronica francese, in un’intervista tv. “FagorBrandt ha perso quote di mercato a causa della crisi: lasceremo le attività in Europa, in Francia e Spagna, e de localizzeremo in tre grandi unità industriali in Algeria per riportare la società europea a essere competitiva. D’altrocanto la francese avrà a disposizione il marcato di sbocco magrebino e africano”. Un’operazione che al nostro è costato il soprannome di Zidane dell’industria.

…E IN ITALIA
Un soprannome che non depone benissimo in Italia, visti i precedenti sul campo di calcio. Non deve aver pensato di ricevere una testata comunque la famiglia Lucchini quando in settimana ha dato parere favorevole alla proposta di acquisto del sito siderurgico livornese. Rebrab ha sbaragliato la concorrenza degli indiani di di Jsw Steel Limited, “la cui vittoria era data per scontata fino a pochi mesi fa”, secondo il Fatto quotidiano. Rebrab è stato scelto perché il suo piano è più benefico per il territorio e ha convinto le banche creditrici. L’algerino ha promesso “400 milioni di investimento per la realizzazione di 2 forni elettrici e un nuovo laminatoio per 2 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, riassorbendo tutti i lavoratori nell’arco di due anni. A questo si aggiunge la bonifica dei terreni e l’avvio della produzione di biodiesel”.

Ovvero nuovi posti di lavoro e la creazione a Piombino di un polo logistico per l’import-export delle attività del gruppo Cevital. Uno Zidane, insomma, che gioca con gli azzurri.


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