Rapporto ITU, Danimarca prima per la connessione Internet mentre l’Italia è dietro a Emirati Arabi, Qatar e Barbados.
Secondo i dati riportati nel rapporto annuale dell’ITU 2014 sono più di 3 miliardi le persone che utilizzano una connessione Internet in tutto il mondo. Tutti noi siamo abituati ad usufruire di una connessione mobile sullo smartphone e ad accedere al web per mezzo della rete wireless domestica. Tuttavia, in quanto ad infrastrutture e velocità della rete, l’Italia è ancora molto indietro rispetto agli standard europei. Per individuare una valida offerta di telefonia che ci consenta di navigare sul web e restare in contatto con amici, colleghi e parenti possiamo mettere le offerte Adsl e telefono a confronto e selezionare l’opzione più vicina alle nostre abitudini di utilizzo.
I dati riportati nel rapporto dell’International Communication Union mostrano che l’uso di Internet continua a crescere costantemente a livello globale: il numero di utenti che ricorre ad una connessione Internet nei Paesi in via di sviluppo è raddoppiato negli ultimi cinque anni (2009-2014). Entro la ine di quest’anno saranno circa 7 miliardi gli abbonamenti di telefonia mobile. Tenendo conto degli accessi alla connessione Internet da rete fissa e mobile, l’Italia si colloca al 36esimo posto della graduatoria stilata dall’ITU dietro Emirati Arabi, Qatar e Barbados.
Al primo posto della classifica troviamo la Danimarca seguita da Svezia, Islanda, Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Finlandia, Honk Kong, Lussemburgo, Giappone e Australia. Stando alle previsioni dell’ITU entro il 2014 il 44% delle abitazioni avranno accesso ad una connessione Internet, contro il 40% del 2013 ed il 20% del 2000.
Non tutti i Paesi però sono in grado di tener fede agli obiettivi stabiliti dalla Commissione delle Nazioni Unite per lo sviluppo della banda larga digitale. I prezzi delle offerte per la connessione internet a banda larga hanno subito una contrazione negli ultimi anni, tra il 2008 e il 2013 sono scesi del 70% a livello globale. Al contempo la velocità standard della banda larga è salita da 256kbps a 1Mbps.
Tuttavia, stando alla relazione dell’Itu apprendiamo che nei Paesi in via di sviluppo, il costo di un abbonamento alla banda larga da rete fissa rappresenta ancora più del 5% del reddito nazionale lordo pro capite.
La relazione dell’International Communication Union ci dice anche che, assieme al numero di utenti sul web, cresce la portata dei contenuti digitali. I social media contribuiscono significativamente ad influenzare la rete divenendo spazi in cu gli utenti creano, caricano e condividono i contenuti.
In Italia gli operatori telefonici non hanno investito uniformemente sul territorio per implementare l’accesso alla banda larga e gli investimenti pubblici si sono rivelati insufficienti a sanare la situazione. Le disposizioni relative ai fondi ed incentivi, presenti nella recente Legge di Stabilità, sembrano essere ancora una volta insufficienti a sanare il divario digitale del nostro Paese e raggiungere le linee guida tracciate dall’Agenda digitale europea.