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Il Corriere della Sera bistratta gli allarmismi sui vaccini anti influenza

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha ordinato a titolo prudenziale il divieto di utilizzo di due lotti del vaccino Fluad contro l’influenza per accertamenti dopo tre casi di decesso. I due lotti in questione non sarebbero disponibili né venduti nelle farmacie, ma sarebbero accessibili solo tramite canale pubblico (ospedali, consultori ecc.) o presso i medici di famiglia.

IL PROVVEDIMENTO

“A seguito delle segnalazioni di quattro eventi avversi gravi o fatali – di legge nella nota dell’Aifa – , verificatisi in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi provenienti dai due lotti 142701e 143301 del vaccino antinfluenzale Fluad della Novartis Vaccines and Diagnostics Srl, l’Agenzia italiana del farmaco ha disposto, a titolo esclusivamente cautelativo, il divieto di utilizzo di tali lotti”. Il provvedimento si è reso dunque necessario come misura di prudenza “in attesa di disporre degli elementi necessari, tra i quali l’esito degli accertamenti sui campioni già prelevati, per valutare un eventuale nesso di causalità con la somministrazione delle dosi dei due lotti del vaccino”.

LE RASSICURAZIONI DEL CORRIERE

I vaccini, essendo somministrati a persone sane, risultano tra i prodotti più sicuri a livello di farmaci – scrive in un commento il Corriere della Sera firmato da Mario Pappagallo – Occorre capire, però, che cosa si intende per sicuro. Se si intende «libero da ogni qualsiasi effetto negativo» allora nessun vaccino è sicuro. In meno di un caso su un milione si può avere una severa reazione allergica (anafilassi). Ma che cos’è meno di un caso su un milione rispetto alle 350 persone che ogni anno muoiono negli Stati Uniti per incidenti durante il bagno o la doccia, ai 200 a causa di cibo aspirato in trachea mentre mangiano, ai 100 letalmente colpiti da fulmini? Eppure pochi ritengono che mangiare, fare il bagno, o camminare all’aperto mentre piove, siano attività pericolose”.

LA CHIAREZZA E GLI ALLARMISMI

Il Corriere della Sera in un’altra analisi scrive: “Tre morti, dopo una vaccinazione per l’influenza. Tre morti che chiedono una spiegazione chiara, rapida, convincente. È stato davvero il vaccino? Il nesso va provato. Però nessuna esitazione, nessun risparmio di energie e nessuna ombra potranno essere tollerati per capire esattamente che cosa è successo. Perché in gioco c’è molto più di un evento già di per sé tragico. In gioco c’è, da una parte, il rischio di fallimento della campagna vaccinale sull’influenza e, dall’altra, un’ulteriore perdita di fiducia nei vaccini in generale, già messa a dura prova da diffidenze pregiudiziali, corroborate, non di rado, anche da sentenze di tribunali. Per i medici di medicina generale non sarà facile persuadere i pazienti a fare «l’antinfluenzale». Ma se non ci riusciranno l’anno prossimo potremmo trovarci a contare i morti per complicanze di questa infezione, di per sé banale, fra persone «deboli», che la vaccinazione avrebbe potuto evitare”.

LE CONSEGUENZE NEFASTE

Il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli si pone anche altri interrogativi: “Allargando l’orizzonte, fra qualche anno potremmo dover constatare le conseguenze della rinuncia a vaccinare i bambini per malattie ben più gravi da parte di genitori già esitanti. Il principale nemico dei vaccini è certamente il loro successo: «Perché vaccinare mio figlio per una malattia che non si vede più in giro?». E uno studio dice che è inutile provare a far capire che la malattia non si vede più proprio perché i bambini sono stati vaccinati in massa. Ora un fatto di cronaca rischia di sferrare un attacco tremendo a una risorsa importantissima per la società. È vitale che questa risorsa sia difesa. E in questo caso la difesa non può che armarsi della forza della trasparenza”.



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