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Il Foglio di Giuliano Ferrara e il Patto del Nazareno

Stimo Giuliano Ferrara e lo leggo con interesse dall’avvio della sua innovativa e positiva esperienza de “Il Foglio“, ma, onestamente, non lo capisco più in questa sua intransigente difesa di quello che, per me, rimane lo scellerato patto del Nazareno.

Ferrara considera quello siglato dal duo Renzi-Verdini come il preambolo salvifico della Terza Repubblica, mentre andrebbe valutato per quello che è: un accordo extra parlamentare tra un politico inquisito, assai lontano da una seria cultura costituzionale, e un giovin signore capace di scalare, con il controllo del suo partito, attraverso schizofreniche primarie (non si è mai visto un partito che sceglie il suo segretario al di fuori dei propri iscritti), la guida del governo, senza essere eletto in Parlamento e votato da un’assemblea i cui componenti risultano eletti con una legge dichiarata incostituzionale.

Sulla base di questi presupposti dovrebbe nascere una nuova legge elettorale che, combinata con il progetto di riforma del senato, comporterebbe il totale potere nelle mani dell’esecutivo e, cosa ancor più intollerabile, la riforma della carta costituzionale.

Possibile che non si riesca a comprendere che l’unica strada legittimamente percorribile è quella dell’elezione di un nuovo parlamento con la legge elettorale derivante dalla sentenza della Consulta,”il consultellum” appunto, e non quella legge super truffa con premio alla lista che raccolga almeno il 40% dei voti validi espressi (De Gasperi fu affondato nel 1953 per la sua “legge truffa” che assegnava il premio alla coalizione che avesse raggiunto il 50% più uno del consenso) accompagnata dall’ultima minaccia renziana del ripristino del mattarellum (l’arma micidiale che suicidò, con le imprudenti scelte martinazzoliane, la DC), e, l’elezione di un’Assemblea costituente con il compito di definire il nuovo assetto costituzionale?

Affidare al patto del Nazareno la stessa funzione maieutica che ebbe il CLNAI alla base del patto costituzionale su cui è nata la nostra Repubblica, non sembra anche a Giuliano Ferrara, oltre che incommensurabile sul piano del confronto storico politico, culturale e morale, alquanto inopportuno sul piano della legittimità democratica?

Alla saggezza e alla cultura dei  padri costituenti subentrerebbero quelle piuttosto scarse  del duo fiorentino e alla sovranità popolare quella di un Parlamento illegittimo.

Meglio, molto meglio, ridare voce alla volontà dei cittadini.



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