Non e’ stato la fine del mondo… ma… sta per finire l’anno, e per augurarvi un 2015 pieno di entusiasmo e forza di rialzarsi, vi racconto una storia fatta di ventenni/neo trentenni. C’e’ chi canta: “diplomato, laureato e ancora disoccupato” c’e’ chi combatte una guerra a colpi di go share, e’ Iacopo diversamente abile e io con lui #vorreiprendereiltreno verso la liberta’. C’e’ chi coopera e mette su Book in Bike, per promuovere la lettura e portare libri a domicilio come una pizza. Si tratta della nostra web serie Quelli che il 2000 in cui abbiamo inaugurato un format: recensiamo pedalando mentre consegnamo i libri a casa a un laureando con la gamba ingessata, e a un altro particolare target …i nostri ragazzi all’arrivo continuano anche con letture ad alta voce, e’ quel che avviene con il libro di Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, richiesto da una “dolce nonna”. Vi piace questa storia? abbiamo pensato di far partire adesso una webserie (perche’ la tv non ce la farebbe fare altrimenti potrebbe essere una serie tv) che ripercorrerà con il titolo il fatidico primo gennaio del 2000 ore 00.01… che ci ha portati nel nuovo secolo, nel nuovo millennio: Quelli che il 2000. E allora ognuno ricorda un pezzo, Antonella, 31 anni: “Io direi qualcosa riferendomi al millennium bug, c’erano due scelte, o tutto rovinato o tutto spazzato via, questa la linea di confine. Cosa resterà di noi funamboli: la corda era la mezzanotte del 31/12/1999 … o cammini o cadi nel vuoto”.
Sul twitter ci scrivono: noi siamo “quelli del passaggio” che hanno conosciuto la speranza per il domani e le difficoltà di oggi, i giochi in cortile e internet.
La webserie Quelli che il 2000 parte con una puntata zero e 5 inchieste, due di queste vanno ad indagare anche fuori il panorama italiano, perché la curiosità di sapere quali sono le caratteristiche di Quelli che il 2000 raggiunge altri Paesi e continenti da Hong Kong alla Finlandia.
“Lì sopra, dove si tocca il cielo con un dito, la vita domestica è molto diversa dai canoni italiani, in ogni grattacielo con almeno 50 piani di altezza, nella metropoli degli affari, vivono ad ogni “pianerottolo” 30 famiglie. La Hong Kong a meta’ tra due mondi, Occidente e Oriente, Pechino e Londra, ha subito dei cambiamenti incredibili, basti pensare ai tetti delle case tipiche del secolo scorso, e i grattacieli del III millennio, alle case galleggianti dei pescatori che si vedevano nei film di James Bond, e nella web serie un’intervista in esclusiva racconterà nei dettagli dal punto di vista degli studenti scesi in piazza in questi mesi una Hong Kong di luci e ombre.
Il filo conduttore sono i ventenni/neo trentenni, i cosiddetti giovani, e in questa puntata da Hong Kong si scoprirà una generazione che vive in condizioni più simili a quelle dei ragazzi anni cinquanta per certi versi, e per altri invece dotati di mezzi di comunicazione e tecnologici potentissimi, questo non mancherà di creare scintille, fermento, anche quelle scintille e fermento che a volte nel nostro mondo occidentale sembra essersi spento e si parla nel migliore dei casi di una “generazione quiete”, la mia.
Ma i ventenni di Hong Kong vivono in letti a castello sopra quello dei propri genitori, in una stanza che include angolo cottura, televisore, frigorifero, tutto a vista, apri la porta e c’e’ la casa di 30 mq.
E’ stato sconvolgente e affascinante sentire e vedere i contrasti di un’epoca moderna.
Chiudo qui questa prima anticipazione, se avete voglia di dirci la vostra fatelo con un hashtag #quellicheil2000 o se volete saperne di più seguite la pagina Facebook Quelli che il 2000, domani andrà in onda la prima intervista su Radio Vaticana, e da gennaio commenteremo insieme le puntate.
Parlare di una generazione che fatica ad entrare nel mondo del lavoro, che e’ piena di titoli di studio conseguiti in una scuola screditata e in una università con troppi indirizzi incomprensibili, (che per giunta non ha attuato il Processo di Bologna, ovvero quel percorso europeo con cui avrebbe riconosciuto esami tra facoltà e Paesi diversi, in un batter di ciglia, che ha anzi moltiplicato momenti di esami, ha persino confuso il valore della laurea e del master, sapete che il master altrove sono i due anni della nostra laurea magistrale? non un titolo in ulteriore aggiunta!) e’ davvero davvero davvero urgente, difficile, e che richiede di coinvolgere i soggetti interessati, ecco perché un format come la webserie, un genere quale l’autobiografia generazionale e uno stile ad inchiesta.