A distanza di più di una settimana dai fatti di Parigi, emergono nuovi dettagli sull’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Si tratta di testimonianze dirette di chi ha vissuto quei momenti. Testimonianze che nei giorni scorsi sono state oggetto di fantasiose rivisitazioni e sulle quali i diretti interessati hanno cercato di ristabilire la verità. Al centro delle polemiche una controversa dichiarazione sul colore degli occhi di uno dei due terroristi e delle affermazioni falsate da una radio francese.
CAROLINE FOUREST E IL CORTO CIRCUITO MEDIATICO
Il 7 gennaio, durante un intervento sull’emittente televisiva France 2, la giornalista e scrittrice Caroline Fourest, ex collaboratrice della rivista satirica francese accorsa subito sul luogo dell’attentato, ha raccontato il momento dell’irruzione dei terroristi nella sala riunioni, riferendo che «a una giovane giornalista di Charlie Hebdo, che aveva il kalashnikov puntato sul naso, uno dei due uomini ha detto: “Recita il corano e ti risparmio”». E che la stessa le avrebbe poi detto: «Lui mi diceva questo e aveva dei bellissimi occhi blu. Dei bellissimi occhi». Frasi che, nelle prime ore dopo l’attacco, hanno provocato un corto circuito mediatico e hanno legittimato alcuni a pensare che gli attentatori potessero non essere effettivamente i fratelli Kouachi, mai visti a volto scoperto nei video e di cui si avevano a disposizione solo le foto delle carte d’identità lasciate per sbaglio nell’automobile.
LA VERITA DI SIGOLÈNE VINSON
Dopo giorni di silenzio dovuti allo shock e al dolore, quelle frasi pronunciate dalla Fourest hanno assunto una nuova dimensione, quella reale. E hanno finalmente un volto, quello di Sigolène Vinson. In una lunga intervista al settimanale francese Marianne la giornalista di cronaca giudiziaria di Charlie Hebdo confessa: «Le cose che sono state dette non sono vere. Leggendo le frasi che mi sono state attribuite e che sono circolate sulla stampa francese ed estera mi ha mandato su tutte le furie» E spiega di non essere intervenuta tempestivamente per proteggersi in un momento così delicato.
LE FALSE DICHIARAZIONI DI RADIO FRANCE INTERNATIONAL
Sigolène rigetta non solo quanto affermato pubblicamente dalla Fourest – «Non vedo come sarebbe stato possibile recitare il Corano» ha spiegato – ma anche quanto riportato dalla Radio France International che qualche minuto dopo la strage aveva effettivamente raccolto le dichiarazioni della donna. Secondo la versione (tutta personale) della radio francese, Saïd Kouachi avrebbe detto più volte alla Vinson: «Noi non uccidiamo le donne, ma tu devi convertirti all’Islam e devi metterti il velo prima di gridare “Allahou Akbar”». Affermazioni che la cronista di giudiziaria ha nettamente smentito.
LA VERA DINAMICA DELL’ATTACCO
Nell’intervista a Marianne Sigolène ha raccontato la dinamica dell’attacco da parte dei due terroristi avvenuto dopo più di un’ora dall’inizio della riunione di redazione. Uno degli attentatori sarebbe entrato di scatto nella sala urlando: «Chi è Charb?» e poi avrebbe detto: «La dovete pagare perché avete insultato il Profeta» prima di iniziare a sparare. «Al dodicesimo colpo mi sono gettata a terra» spiega la giornalista «ho sentito altri colpi, altre esplosioni. Mentre strisciavo sul pavimento ho sentito che qualcuno mi si stava avvicinando. Era sopra di me e mi stava puntando contro il suo kalashnikov. Ho alzato lo sguardo. Ho visto il viso incappucciato e il suo sguardo. Inizialmente sembrava sicuro di sé, perché era venuto lì per uccidermi» spiega. «Ma non ho abbassato lo sguardo. L’ho guardato senza odio, senza paura e ho visto la sua espressione cambiare. Non saprei spiegare come. Ma è cambiata. Improvvisamente ha perso la sua “compostezza”». E racconta ancora incredula: «A quel punto mi ha ripetuto più volte: “Calmati, non avere paura, non ti ucciderò».
Probabilmente, spiega la Vinson «ha visto venir fuori tutta la mia umanità e ciò lo ha destabilizzato. Io sapevo che se avessi abbassato lo sguardo come hanno fatto i miei compagni, mi avrebbe uccisa come aveva fatto con loro». Poi racconta che l’attentatore le avrebbe detto: «Non va bene quello che stai facendo ma non ho intenzione di ucciderti. Giacché ti risparmio, puoi leggere il Corano». Perché, ripeteva «Non si uccidono le donne!» nonostante qualche secondo prima avesse ammazzato la psichiatra Elsa Cayat che curava la rubrica “Charlie Divane”.
La Vinson, che a distanza di giorni non ha più difficoltà a raccontare quanto effettivamente avvenuto, è tornata sul tema delle false dichiarazioni: «Ero circondata dai corpi senza vita dei miei amici. Ero in stato di shock quando Patrick Pelloux e i soccorsi sono arrivati. Ed è forse per questo che le prime parole che mi hanno attribuito non riflettono assolutamente quello che ho visto».