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Argentina, tutte le ombre sulla morte di Alberto Nisman

Come se non bastassero la crisi economica argentina e diversi casi di corruzione, il governo di Cristina Fernandez Kirchner deve affrontare un altro scandalo: la morte in strane circostanze di Alberto Nisman, il pubblico ministero che indagava sul possibile coinvolgimento del presidente argentino con gli agenti responsabili di un’azione terroristica a Buenos Aires negli anni ‘90.

IL PRECEDENTE

L’attentato con auto-bomba contro la Asociación Mutual Israelita Argentina (Amia) di Buenos Aires il 18 luglio del 1994 fece 85 vittime e 300 feriti. Il terrore si diffuse nella comunità ebraica in Argentina, la più numerosa dell’America latina e la quinta a livello mondiale. Il 25 ottobre del 2006, la giustizia argentina, rappresentata dai pm Alberto Nisman e Marcelo Martinez Burgos presentò un’accusa ufficiale contro il governo iraniano per avere pianificato l’attentato e contro Hezbollah per averlo compiuto.

Nisman aveva accusato recentemente il presidente Fernandez de Kirchner e altri leader del suo partito di avere coperto l’Iran ed era pronto per un’udienza dove avrebbe presentato le prove.

LO STUPORE DI CFK

Cristina Fernandez de Kirchner, conosciuta come Cfk in Argentina, ha postato un lungo status su Facebook sul caso Nisman: “In caso si sia suicidato il pm che indagava l’attentato di Amiai, Alberto Nisman, non solo sono stupita e ho tante domande, ma penso a questa storia troppo lunga, troppo pesante, troppo dura, e soprattutto troppo sordida. La tragedia dell’attentato terrorista più grande dell’Argentina”. Inoltre, il presidente ha approfittato per denunciare i tentativi di “sviare, mentire, coprire e confondere” sul caso di Amiai e gli agenti dell’intelligence coinvolti.

TRACCE DI POLVERE DA SPARO

Le indagini sulla morte di Nisman guidate da Viviana Fein indicano che non ci sono tracce di polvere da sparo sulla mano del pm. Ma c’era da aspettarselo: “il calibro dell’arma è così piccolo, (calibro 22) che è quasi impossibile tecnicamente trovarne traccia”. Ancora non è escluso che Nisman si sia suicidato. Secondo il quotidiano El Clarin, ci sono pressioni da parte del governo per dichiarare il prima possibile che si tratta di un suicidio.

LA FOTO E LA LISTA DELLA SPESA

Un altro indizio che potrebbe confermare la tesi dei famigliari che non trattasi di suicidio è la foto inviata via Whatsapp, poche ore prima della morte, da Nisman al vicepresidente della Delegazione di Associazioni Israeliane Argentine, Waldo Wolff. Secondo l’Agenzia Ebraica di Notizie, nell’immagine si possono vedere diversi faldoni di documenti che sarebbero stati presentati nell’udienza con evidenziatori gialli accanto. Infine, la lista della spesa lasciata alla donna di servizio. La famiglia ha potuto vedere una nota scritta a mano da Nisman con quanto gli occorreva per mangiare nei prossimi giorni.

foto nisman



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