Torno sul congresso di Scelta Civica.
1. NON CONCORRO ALLA SEGRETERIA DI SC. PROPONGO ALTRO
Nella mozione che ho presentato per il congresso (post diffuso lo scorso 8 gennaio) ho scritto in modo esplicito che non intendo concorrere alla segreteria di Scelta Civica, ma proporre un modo secondo me ragionevole e non autodistruttivo per uscire da un congresso in cui non bisognava entrare; non così. Tremila iscritti faticosamente racimolati non tra gli elettori e nell’opinione pubblica, ma tra i “giri” personali di alcuni di noi possono davvero decidere della “rifondazione” di un “partitino” e dell’elezione di un “leaderino” a partire dallo “zero virgola”, per una forza che raccolse nel 2013 tre milioni di elettori intorno alla figura di Mario Monti? No, in franchezza: dobbiamo essere più fiduciosi e più ambiziosi.
La mia proposta: gestione condivisa di SC; per chi vorrà starci, un nuovo progetto politico entro il 2015.
2. DA MILITANTE AI BANCHETTI, NON VOGLIO ILLUDERE NESSUNO: SC NON HA PIÙ POTENZIALITÀ POLITICO-ELETTORALI. SERVE ALTRO
Preferisco dire le cose come per me stanno davvero, piuttosto che cercare di avere consenso dicendo cose “più popolari”, ma non vere.
Chiunque oggi faccia parte di SC – a tutti i livelli – ha il dovere di affrontare onestamente la situazione: Scelta Civica non ha più alcuna potenzialità politico-elettorale autonoma. Non può essere in sé la base costitutiva di una nuova formazione politico-elettorale. Non penso che questo ci obblighi a rinunciare a “fare politica”. Ma tornare a “fare politica” oggi significa fare esattamente il contrario che rinchiudersi in un partitino che nasce perdendo altri pezzi. Ho fatto per anni il militante ai banchetti a raccogliere firme, prima di divenire parlamentare e poi membro di governo (anni, non mesi): ho troppo rispetto per la politica “di base”, non voglio contribuire a illudere gli iscritti di SC che il loro prezioso impegno personale possa condurre in questa situazione a risultati concreti.
Un congresso come questo può servire al nuovo segretario, chiunque sia, ma solo a lui.
3. UN NUOVO PROGETTO? ASSOLUTAMENTE SÌ, MA TUTTI VI PARTECIPINO SU BASI PARITARIE
Del sistema politico che andò al voto nel 2013 rischia di rimanere in piedi ben poco. Di qui alle nuove elezioni, con ogni probabilità, cambieranno i contenitori e contenuti della politica, sia fuori che dentro il Palazzo. Penso che gli eletti di Scelta Civica debbano onorare l’impegno assunto con gli elettori fino all’ultimo giorno del mandato: farlo dentro questa maggioranza e questo esecutivo mi sembra un modo perfettamente coerente con l’impegno che ci ha portato in parlamento ed al governo. Il nostro compito, ora, è di rafforzare la piattaforma e la leadership riformatrice e europeista di una compagine certo eterogenea, ma capace in questo primo anno di “rotture” importanti. Quanti intendono continuare a fare politica, dovranno farlo partendo da zero e su base paritaria con altri, nuovi e necessari, compagni di strada. Proclamarsi rifondatori o federatori, essendo il realtà “gestori” di un partito letteralmente evaporato, è il modo certo per non farsi prendere sul serio neppure dagli interlocutori più disponibili a un possibile progetto comune.
4. LA “CONTA” NON MI INTERESSA. VOGLIO DAVVERO UN PROGETTO CREDIBILE E APPASSIONANTE PER MILIONI DI ELETTORI
Un congresso per vedere “chi ha la maggioranza” sarebbe la fine anticipata, non la ripartenza di SC.
Gli eletti di Scelta Civica hanno il compito di non dissipare con nuove divisioni e nuove incomprensioni quel che resta delle loro rappresentanze parlamentari: al Senato, queste sono state e potranno essere decisive per la tenuta della maggioranza e della legislatura. È questo l’unico modo che hanno per servire un lavoro che guardi anche al “dopo”, che li veda o no protagonisti. A partire dal sottoscritto. Se non ci corresponsabilizziamo tutti nella gestione collegiale di quel che resta, ma ci dividiamo di nuovo tra chi vuole comandare e chi vuole semplicemente farsi i fatti suoi, di Scelta Civica tra qualche settimana non rimarrà più nulla e anche il lavoro per il “dopo” si farà decisamente difficile.
Questo, grosso modo, è tutto. Il congresso per andare alla conta non mi interessa. Io voglio che nasca davvero un progetto credibile e appassionante per milioni di possibili elettori e che, a questo progetto, si possa iniziare a lavorare fin da subito. Senza passare dal tentativo (lo dico per quel pizzico di esperienza che ho immeritatamente accumulato) di rimettere il dentifricio nel tubetto di Scelta Civica.