Non è comprensibile l’euforia italiana per il risultato greco perché i debiti pubblici mostruosi rimangono per entrambi, i parametri da rispettare e i conti esondati da governare pure, le riforme del lavoro anche (non basta ripristinare la contrattazione collettiva e il salario minimo garantito in Grecia e il Jobs Act in pezzi in Italia!)
E mentre il processo riformatore confuso con una nuova maggioranza effettiva in Grecia benedetta dalle urne ma effimera in Italia, coglie il vento della speranza nel rinnovamento generazionale e nell’autoassoluzione popolare per gli errori compiuti, continuando a dare la colpa ad una Europa, che siamo anche noi, colpevole di austerità punitiva.
Siamo messi così disastrosamente perché abbiamo accumulato debiti, perché abbiamo sperperato e lasciato spalare la spesa pubblica mediterranea in cerca di un consenso elettorale che serviva solo a chi sedeva poi sulle poltrone del potere. Così si continua a dare la colpa alla marescialla Merkel – che per fortuna c’è – e al suo paese brutto e cattivo rispolverando un odio germanico assurdo e demenziale scaricando così le nostre responsabilità.
Dunque per costruire sul serio gli Stati uniti europei occorre essere più seri e anziché piagnucolare per una presunta sovranità scippata dalla Germania e dalla Troika metter in moto una vera democrazia liberale e polare, avere coraggio e mettere in linea i conti e procedere con le riforme vere e non fasulle.
Questa eurofobia di sinistra e di destra se non pacata dalla responsabilità, dalla forza della ragione dei fatti, l’affermazione devastante di una Troika usurpante dei poteri nazionali, non è costruttiva. Anzi. Se i tre, e dunque il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale e la Commissione Europea hanno avuto e hanno tanto potere è perché gli è stato lasciato spazio per agire e intervenire e per fortuna perché hanno comunque pilotato le operazioni di salvataggio degli Stati in crisi imponendo ricette di risanamento. Non è contro di loro che si costruiscono gli Stati Nazionali d’Europa. Non è ricorrendo contro sistematicamente alla Bce contestando l’acquisizione di un programma di acquisto dei titoli di Stato dell’eurozona che comunque fa il suo dovere in materia di politica monetaria venendo in aiuto al programma di assistenza finanziaria di un Paese che comunque si deve assumere le sue responsabilità e non limitarsi a dire “per fortuna che c’è Draghi!”, oppure fare una operazione sulle Banche Polari che sicuramente mette in sicurezza alcuni patrimoni di gruppi bancari, ma non dà assolutamente sicurezza ad una messa in circolo di benefici per i cittadini e le famiglie italiane.
Se il Parlamento Europeo vuol dimostrare di essere un organismo di governo legittimamente democratico non potrà continuare a lamentarsi della Troika, e anche noi non possiamo assolverci scaricando sulla Troika i nostri limiti.
Deve essere il Consiglio Europeo, cioè l’insieme dei capi di Governo dei Paesi legittimati dal popolo ad assumersi la responsabilità politica degli interventi. Questo è da fare subito, in Grecia e in Italia.