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Noi contro la mafia

Le infiltrazioni mafiose in questi giorni denunciate in Emilia Romagna e in Italia ammorbano la nostra economia e le nostre comunità sociali. Dobbiamo riallacciare i valori dell’appartenenza, della solidarietà e della fermezza tra italiani. Perché dobbiamo sostenere  e condividere  il nostro stare con coraggio a difesa del nostro territorio  per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose e per la diffusione della cultura della legalità, che rappresenta una priorità per tutto il sistema  sociale e associativo. Siamo a fianco delle Istituzioni, civili e militari,  che hanno preannunciato la costituzione di “cabine di regia regionale” per monitorare le possibili forme di infiltrazione della malavita nella nostra economia e contrastarle efficacemente.

Non dimentichiamoci che così come una regione ricca e sviluppata come l’Emilia-Romagna può attrarre le organizzazioni criminali, il sistema manifatturiero emiliano-romagnolo nel suo complesso è una realtà sana, che fonda la propria azione su principi di etica, legalità e rispetto delle regole. Però i gravi recenti episodi rappresentano, comunque, non proprio casi isolati, e per questo determinano una forte reazione nella società emiliano-romagnola.

La società civile in tutte le  sue articolazioni deve sentirsi  costantemente impegnata, con regole e comportamenti concreti, ad impedire ogni possibile forma di contiguità tra azioni e aziende presenti sul territorio e le organizzazioni criminali.  In questa direzione vanno coinvolti i cittadini e non allontanati da decisioni verticistiche inutili e repellenti. Non basta sottoscrivere Protocolli di legalità dalle Associazioni Industriali con le rispettive Prefetture, in coerenza con l’intesa siglata a livello nazionale con il Ministero dell’Interno. Perché ci vuole coinvolgimento concreto che vada oltre la fumosa e impercettibile abitudine di mettere in circolo Codici Etici che magari prevedono atti di sanzione che poi non vengono osservati nei fatti con metodo omertoso. Atti di ricatti ed estorsione compiuti da collusi sono da perseguire per il bene comune contro la malavita e le organizzazioni ad essa collegate.

Bisogna regolare con rigore e fermezza qualificandole le legislazioni regionali in materia di sistemi di appalti, certificazione di qualità delle imprese, legalità e trasparenza attraverso liste pubbliche, di assegnazione di beni e servizi, controllo delle tariffe, a livelli tali da non indebolire la competitività delle imprese ed evitare l’introduzione di prodotti e materiali di incerta provenienza. Al mondo del credito poi bisogna rivolgere una richiesta molto determinata affinché  alimenti una economia sana, così da evitare forme occulte e pericolose di finanziamenti, aiutando così le piccole imprese che oggi sono le più penalizzate, anche dal punto di vista delle procedure sia bancarie che amministrative in grado di facilitare rapporti diretti e corretti. Sulla riforma  della giustizia civile e penale, sia nell’ottica di accelerare i tempi decisionali sia per una più adeguata  e razionale disponibilità di mezzi e risorse alle forze dell’ordine, è giunta l’ora che si proceda senza rimanere stritolati dalla cattiva politica.



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