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Trionfa il trasformismo?

Siamo in presenza di uno dei momenti peggiori di trasformismo politico nella storia repubblicana italiana.

Il passaggio di otto parlamentari da Scelta Civica al PD “su chiamata”, come l’ha definito l’On Zanetti, candidato ad assumere la segreteria del Movimento politico fondato da Mario Monti, è la dimostrazione di una fase traumatica della nostra democrazia.

Matteo Renzi, forte del successo realizzato con l’operazione Presidente della Repubblica, dopo le tre maggioranze da lui utilizzate (a sostegno del governo con NCD e UDC, a sostegno delle riforme con il Patto del Nazareno e con quella per la Presidenza della Repubblica), dopo l’annuncio della rottura del patto scellerato da parte di Forza Italia, punta a una quarta maggioranza farlocca con i fuorusciti di Scelta Civica e con l’annunciata formazione del nuovo gruppo al Senato “dei responsabili”: un manipolo di emulatori scilipotiani degni dello spirito italiota  evocato da Flaiano che spinge sempre in soccorso dei vincitori.

E così, dopo tre governi senza legittimazione del voto popolare e in costanza di un parlamento di nominati eletti con legge incostituzionale, “il Bomba” fiorentino continua far strame delle più elementari norme di correttezza giuridica e parlamentare.

Ci auguriamo che il nuovo Presidente della Repubblica, pur nei limiti oggettivi di legittimità in cui si è giunti alla sua stessa elezione, sappia far valere il rispetto di quella decisione della Corte Costituzionale alla quale lui stesso contribuì con il suo voto, per impedire l’introduzione del combinato disposto Italicum-riforma del Senato con cui Renzi punta a realizzare una radicale modifica costituzionale ad esclusivo interesse del suo partito politico e del suo ruolo di capo dell’esecutivo.

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