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Lista Falciani o lista di proscrizione?

Nulla fa più notizia di una “non notizia”, e se le autorità già sapevano da anni i nomi sottratti da Falciani, adesso il consorzio del giornalismo investigativo trasforma le liste di Falciani in una specie di liste di proscrizione, dove per fare notizia si parla di reali esteri, si marchia a fuoco gente che magari neppure era residente in Italia (Serra), qualcuno che aveva poche migliaia di euro, masse di persone per cui si trattava di soldi di famiglia.

Insomma la lista di chi ha soldi in una banca estera viene presentata come una lista di proscrizione, come se avere soldi in una banca estera fosse un atto di per sé criminale.

Qualcuno si è dimenticato che c’è la libertà di movimento di capitali? Neppure omettere di denuncia nel modello del monitoraggio fiscale rappresentava un reato, come invece fa pensare l’espresso, settimanale lanciatore della lista di proscrizione, col suo “libro nero” degli evasori.

Che sono diventati il capro espiatorio dell’odio sociale, formalmente perché hanno i soldi in svizzera, sostanzialmente additati al pubblico ludibrio perché “hanno i soldi” tout court. In una spirale di odio sociale che destruttura la società, si ritorce sulle aziende, che ne diventano il capro espiatorio.

Così si produce povertà e ci si allontana dalla comprensione dell’evasione fiscale. I cui soldi non stanno in Svizzera, ma stanno qui in Italia, come dimostrano tutti i dati dell’evasione fiscale, fenomeno di massa riguardante tutta la ricchezza non determinata dagli uffici contabili delle aziende. I 120 miliardi di evasione fiscale di cui sempre si parla non hanno, nelle stime, neppure un centesimo di soldi all’estero, ma evasione di decorosa sopravvivenza.

(analisi tratta dal sito www.giustiziafiscale.com)


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