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Vi svelo tutti i fermenti popolari

La situazione nell’area dei popolari italiani è caratterizzata da un grande fermento di iniziative e di proposte che, mi auguro, ambiscano all’obiettivo dell’unità.

E’ stata costituita il 3 novembre 2014 la Federazione dei Popolari italiani il cui coordinamento è stato affidato al senatore Mario Mauro.

Il 7 marzo p.v. Gianni Fontana promuove un incontro di varie associazioni e movimenti con l’obiettivo indicato nella locandina invito: Verso la Federazione.

Dopo la lunga stagione della diaspora e i falliti, almeno sin qui, tentativi di dare pratica attuazione alla sentenza n.25999 del 23.12.2010 della suprema Corte di Cassazione (“la DC non è mai stata giuridicamente sciolta”) finalmente si lavora per la ricomposizione dell’area popolare e democratico cristiana italiana.

Non facilita l’imminente scadenza delle elezioni regionali, dato che, in assenza di una linea strategica unitaria condivisa, in molte realtà regionali si assiste a una diversa scelta delle alleanze per i governi locali.

Se, da un lato, La Federazione dei Popolari italiani, dopo i falliti tentativi di costruire dal centro l’unità dei Popolari, sta realizzando le costituente regionali dei Popolari (già sorte quelle del Veneto, Liguria, Umbria, Toscana e di imminente costituzione quella dell’Emilia e Romagna) il movimento promosso da Fontana, dopo la sospesa esperienza del XIX Congresso nazionale della DC (Novembre 2012) e dell’Associazione “ Democrazia Cristiana”, si appresta a verificare se e quale unità di intenti si possa realizzare con movimenti, gruppi e associazioni dell’area cattolica interessati alla ricomposizione dell’area popolare.

Per tutti si tratta di proporre un’alternativa politica all’attuale trasformismo dominante e di  “comunicare la Bellezza della Politica a partire dai Cinque Pilastri della Dottrina Sociale della Chiesa (Persona, Bene Comune, Solidarietà, Sussidiarietà e Partecipazione) mediante il concorso armonico tra fedeli laici, religiosi e clero ciascuno per la propria parte”.

Comune l’idea di procedere quanto prima all’organizzazione di una “nuova Camaldoli”, una sorta di stati generali dei Popolari italiani con cui redigere il documento politico programmatico dei Popolari: il Manifesto dei Popolari per l’Italia del XXI secolo.

Meno scontato l’obiettivo finale: la costruzione di un nuovo soggetto politico laico, democratico, popolare, liberale e riformista, europeista e trans nazionale, ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano e inserito a pieno titolo nel PPE da riportare ai principi ispiratori dei padri fondatori: Adenauer, De Gasperi e Schuman.

Sta proprio qui e nelle diverse opzioni nelle alleanze di governo locali che sono state assunte (caso regionali della Calabria) o si stanno per assumere nelle sette regioni interessate alla tornata elettorale di maggio, una delle ragioni che hanno reso, almeno sin qui, distinte le due iniziative in corso d’opera.

C’è da sperare che, come nella migliore tradizione dei cattolici e dei popolari italiani, da Sturzo a De Gasperi, da Fanfani a Moro, anche tra gli eredi di quella migliore tradizione finiscano con il prevalere i valori sugli interessi dei pochi, e ciò che  unisce rispetto a quello che ancora li  divide.

Ettore Bonalberti

www.alefpopolaritaliani.eu

www.insiemeweb.net

www.don-chisciotte.net

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