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Solomon Trujillo, chi è il “campione della banda larga” che studia Telecom Italia

Basso, con marcati tratti latinoamericani e un perenne baffo folto. A primo sguardo l’imprenditore Solomon Trujillo sembra il tipico uomo messicano, ma in realtà è nato e cresciuto nella cittadina americana di Cheyenne negli Stati Uniti. La sua prima lingua è l’inglese, ma conosce bene lo spagnolo perché i suoi genitori sono messicani. Trujillo è tornato alla ribalta mediatica italiana oggi con un articolo del Sole 24 Ore in cui si svelano i dettagli del suo piano su Telecom Italia: l’uomo di affari Usa, scrive il Sole, “negli ultimi mesi avrebbe presentato il suo piano di conquista di Telecom Italia a tutti i maggiori private equity internazionali e ai fondi sovrani più attivi nelle tlc”.

TUTTE LE NOMINE

Trujillo è uno dei manager di più successo nel settore delle telecomunicazioni negli Stati Uniti. È stato Ceo del gruppo statale australiano Telstra e anche nel vertice esecutivo di US West Communications negli Usa e di Orange in Francia. Sul suo blog sostiene di essere un “pioniere dell’intrattenimento digitale e campione della banda larga ad alta velocità per stimolare la produttività e l’innovazione in tutti i settori dell’economia”. Attualmente è impegnato nello sviluppo nei Paesi emergenti, dalla Cina all’Asia del Sud ed è vicepresidente di Target e Promerica Bank a Los Angeles e presidente di Weather Investments.

Secondo alcune indiscrezioni, ora il suo obiettivo è Telecom Italia. Il sito Bloomberg ha pubblicato alcuni documenti confidenziali del progetto “Adriano”, di cui vuole fare parte Trujillo. L’investimento sarebbe di quasi 10 miliardi di euro.

GLI ANNI DA MUSICISTA

Nato nel 1951 nello stato americano di Wyoming, Trujillo ha cominciato a lavorare da ragazzino part time come musicista del gruppo di suo padre “Sol Trujillo y su Mariachi Brass”. Nel libro Latino Success: Insights from 100 of America’s Most Powerful Latino Business Professionals di Augusto e Terence Failde (1997), Trujillo confessa gli sforzi per laurearsi in Business e frequentare un master in Amministrazione di impresa all’Università.

Trujillo cominciò la sua carriera professionale nel 1974 nel dipartimento di Progettazioni dell’impresa Mountain Bell. All’età di 32 anni è diventato il più giovane vicepresidente nella storia della società. “Ero dirigente a 25 anni, quando l’età media in questo incarico era tra i 40 e i 50 anni… Guardando indietro posso assicurare che sono sulla strada che avevo descritto a mia moglie 20 anni fa”, ha raccontato agli autori di Latino Success.

CONTRO I PREGIUDIZI

Ma remare contro i pregiudizi non è stato facile. Nell’intervista pubblicata su questo libro-inchiesta, esprime le sue opinioni sul razzismo verso i latinoamericani, basandosi sulla propria esperienza: “È un fatto che se prendi una persona latina e una che non lo è, anche se tutti e due hanno la stessa istruzione e qualifica, dopo cinque anni troverai differenze nei suoi successi, nello stipendio e nella posizione che occupano all’interno di un’impresa. Esistono ancora molti pregiudizi. Si deve ancora discutere su alcune strutture e sistemi, ma si farà solo quando più latinoamericani arriveremmo a livelli più alti”.

POLEMICHE IN AUSTRALIA

Quando Trujillo si è dimesso da Ceo del gruppo australiano Telstra nel 2009, il primo ministro Kevin Rudd ha commentato la notizia dicendo “adios”. La reazione del manager è avvenuta durante un’intervista con l’Abc, quando ha descritto l’Australia come “una nazione razzista, indietro nel tempo, molto diversa dagli Stati Uniti”. “Era evidenti in molti atteggiamenti nei miei confronti – ha proseguito Trujillo -, ma anche nei confronti di molti altri”, ha detto. Il manager ha spiegato alla catena britannica che secondo lui “il razzismo esiste, ma è arrivato il momento di cambiare. Le economie devono sfruttare le risorse eterogenee delle persone di tutto il mondo”.

Impegnato sul tema dell’integrazione e il multiculturalismo, Trujillo fa parte del Latin American Educational Foundation e del National Council of La Raza.



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