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Chi è Panayotis Nikoloudis, il Cantone ellenico voluto da Tsipras

Alexis Tsipras ha dichiarato guerra alla corruzione. È una delle priorità del suo governo e il piano è incluso nella lista di riforme che ha presentato all’Unione Europea.

Secondo il quotidiano greco TheToc, si stima un recupero di 1,5 miliardi di euro dal contrabbando di combustibile, 800 milioni dal contrabbando di tabacco e 2,5 miliardi di euro per altri casi di corruzione. Oltre alla crisi economica e la povertà, la Grecia è sommersa da merce di contrabbando, conti all’estero non dichiarati, depositi di macchine di gasolio che pagano meno tasse, da una cultura del “fakelaki” (ricatto) che alla fine pesa sui conti dello Stato.

DELITTI ECONOMICI

L’ex ministro delle Finanze, Gikas Jardúvelis, ha ammesso di avere portato all’estero il suo patrimonio nel 2012 per paura di un default. Come tanti altri greci. Il nuovo ministro dell’Economia, Yanis Varoufakis (qui il ritratto di Formiche.net) ha detto che il governo “distruggerà l’oligarchia” per aumentare gli ingressi, aprire il mercato e stimolare la crescita economica.

Nel tentativo di fermare le irregolarità nel funzionamento dello Stato su diversi livelli, il premier greco ha nominato il pubblico ministero Panayotis Nikoloudis commissario anti-corruzione. Il Raffaele Cantone greco non appartiene al mondo della politica ma dei delitti economici. Ha dichiarato guerra agli imprenditori ricchi che dominano la politica greca e la vita economica del Paese senza rispettare le leggi. La scorsa settimana ha denunciato una “élite di famiglie che pensano che lo Stato e i servizi pubblici esistono per i loro interessi”. Sulla sua scrivania ci sono 28mila casi di riciclaggio di denaro, di cui 3200 già in processo penale. Il fisco greco spera di potere recuperare circa 2,5 miliardi di euro.

ESPERIENZA FISCALE

Nikoloudis è nato a Mani nel 1949 ed è stato il numero due del Tribunale supremo greco. Ha esercitato per 38 anni come pubblico ministero, assegnato ai delitti fiscali. Ha una reputazione di uomo pragmatico. L’unità di intelligence finanziaria che ha diretto è riuscita a sviluppare un sistema di auditoria che ha identificato 20mila evasori fiscali. Per questo motivo una delle prime mosse di Tsipras al governo è stato nominarlo come commissario anti-corruzione, con lo status di ministro di Stato senza dicastero.

ANTICO MALE

Nikoloudis aveva smesso di fumare, ma da quando ha in mano i dossier sulla corruzione in Grecia è ricaduto. In un’intervista ha spiegato che “si va dall’alta corruzione a casi di accordi informali quotidiani fuori legge… La radice della corruzione è nel nucleo formato dalla élite economica, dalla élite politica e dai media. Dagli anni ‘80 questi tre elementi costituiscono un tutto e per arrivare ai suoi interessi bisogna infrangere questo nucleo, un compito molto difficile”.

MINISTRO SOTTO SCORTA

Il commissario anti-corruzione calcola che circa il 30% dell’economia greca è informale. Non paga le tasse, genera frodi o in qualche modo è fuori legge. Secondo la stampa greca, l’importanza del ruolo di Nikoloudis si capisce dalla sicurezza che c’è nel palazzo del suo ufficio al centro di Atene. Mentre il ministro Varoufakis gira in moto senza, il commissario Nikoloudis ha numerose guardie del corpo.

OGNI MISURA AL SUO TEMPO

Secondo Nikoloudis, Tsipras ha una forte volontà politica di riformare il sistema fiscale. “Non sono un super detective. Non credo nell’utopia di fare diventare questo paese un paradiso, non ci riusciremmo mai, ma credo che ci possono essere risultati radicali”, ha dichiarato il commissario.

Nonostante l’opposizione del partito Syriza in Parlamento, il governo è sicuro che gli alleati di To Potami voteranno a favore delle leggi anti-corruzione: “Questa lotta richiede tempo. Alcune misure possono applicarsi di fretta ma per altre ci vuole un anno o di più… Ma ogni misura ci darà un buono risultato, ne sono convinto”.



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