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Ecco quanto Facebook e banda larga possono eccitare l’economia italiana

Qual è l’impatto di Facebook sull’economia italiana? Quali sono le opportunità in termini di occupazione, produttività e crescita imprenditoriale, soprattutto per quel che riguarda piccole e medie imprese?  Tutte domande alle quali si è cercato di dare una risposta nel corso dell’evento “L’impatto economico di Facebook in Italia. Nuove opportunità per la crescita delle PMI, del lavoro e dell’economia” organizzato da Utopia Lab al ministero per lo Sviluppo Economico, giovedì 19 marzo.

TEMI DI DISCUSSIONE E PERSONALITÀ PRESENTI

La tavola rotonda, la prima in assoluto targata FB nella capitale, ha rappresentato un momento di confronto sui temi della competitività e dello sviluppo del nostro Paese. Ne hanno discusso insieme addetti ai lavori, personalità istituzionali e provenienti dal mondo accademico quali Laura Bononcini, Head of Policy Facebook Italia, Luca Colombo Country Manager Facebook Italia, Daniele Capezzone presidente Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Mattia Fiorin, Chief Information Officer Fiorin Arredamenti, Fabio Lalli, Fondatore e CEO IQUII, Alessandro Micheli Presidente Confcommercio Giovani, Francesco Sacco Professore SDA Bocconi e Marco Simoni, consigliere economico della presidenza del Consiglio.

TUTTI I NUMERI DELLO STUDIO DELOITTE

Il dibattito ha preso il via a partire dai risultati di un recente studio condotto da Deloitte per conto di Facebook – il secondo, dopo quello del 2012 – che mette in evidenza come Internet, la tecnologia e, in particolare, Facebook rappresentino leve strategiche che guidano la crescita e la creazione di posti di lavoro nel mondo e in Italia. Secondo i risultati dello studio, infatti, nel 2014 il colosso di Mark Zuckerberg ha generato solo nel nostro Paese un impatto economico pari a $6 miliardi di dollari e ha contribuito a creare 70.000 posti di lavoro: numeri che a livello globale raggiungono $227 miliardi e 4,5 milioni di posti di lavoro. Tutto questo in un un momento in cui l’utilizzo dei social network sta cambiando in modo sostanziale, con lo switch graduale ma costante dal desktop al mobile.

IL COMMENTO DEL MINISTRO GUIDI

Soddisfazione per il dossier Deloitte e impegno da parte del dicastero dello Sviluppo economico sul tema dell’innovazione, sono stati espressi nel messaggio del ministro Federica Guidi: «I dati della ricerca – ha commentato – confermano la validità dell’impegno del Mise a favore dei processi di internazionalizzazione e di innovazione delle Pmi, ossatura portante di tutto il sistema-Paese». «I dati emersi dal convegno – continua – confermano che l’utilizzo dei social media contribuisce a migliorare produttività e a creare nuovi posti di lavoro. Gli oltre 10.000 nuovi occupati nelle Pmi rappresentano un elemento di assoluto rilievo per un Paese con l’Italia dove la disoccupazione giovanile è fattore di grande preoccupazione».

CONNESSIONE E VALORE AGGIUNTO

«L’obiettivo della nostra azienda – ha spiegato Luca Colombo – va al di là della tecnologia e consiste nel connettere le persone. Per riuscirci spesso bastano soluzioni tecnicamente molto semplici, basti pensare alla registrazione online per i donatori di organi attivata negli Stati Uniti, o il “safety check” che in caso di calamità naturali consente agli utenti di comunicare che si è in salvo e rassicurare i propri cari, come accaduto durante il terremoto in Giappone». Questo tipo di strumenti, ha continuato il country manager, «non solo ha colmato un gap di informazione ma ha generato valore». «Sono 1 miliardo e 400 milioni le persone che utilizzano Facebook, e di queste 890 milioni si connettono ogni giorno – ha sottolineato Colombo -. In Italia 20 milioni di persone vi accedono ogni giorno, e di queste 17 milioni accedono da mobile. Si sta verificando uno spostamento sempre più massiccio da pc a dispositivi mobili, nello specifico smartphone e tablet: più di un terzo del totale dei nostri utenti non utilizza più il computer per connettersi a FB».

I DATI SULL’OCCUPAZIONE

Dei 227 miliardi, che è l’ammontare delle attività economiche stimolate da Facebook, – spiega Colombo – «148 derivano da attività di marketing, 29 dalla creazione di nuove piattaforme e 50 sono conseguenza dell’aumento di connessione, dalla vendita di nuovi device all’abilitazione per nuovi servizi». In Italia, rispetto «ai 67 miliardi generati nell’area Emea, il nostro paese contribuisce con 6 miliardi, in linea con il resto dei Paesi dell’area, come Francia e Germania, che tradotti in termini di occupazione vuol dire 70mila posti di lavoro». Sempre per quel che riguarda il nostro Paese, «la parte maggiore di valore creato è nel marketing, che contribuisce con 3 miliardi di dollari, mentre 700 milioni di dollari vengono generati dalla creazione di piattaforme e 2,1 miliardi di dollari dall’aumento di connettività».

A confermare l’impatto “netto” dei social network e della rete sull’economia è stato poi Marco Simoni, consigliere economico di Matteo Renzi: «Quando ho iniziato a lavorare su questi temi – ha spiegato – pensavo che l’effetto finale fosse ‘neutro’, invece c’è ed è visibile». Ma di strada ce n’è ancora da fare, rispetto agli altri Paesi: «Se in Italia ci si connettesse a Internet quanto gli olandesi – ha commentato Simoni – potremmo contare su 250mila posti di lavoro in più. Se lo facessimo quanto gli spagnoli si genererebbero altri 70 mila posti di lavoro».

BANDA ULTRALARGA, DIGITALE, WEB TAX E COPYRIGHT

Per Francesco Sacco, professore alla Sda Bocconi, «oggi il biglietto da visita di un’azienda non è più la cravatta del rappresentante, ma il sito web e la capacità di stare e interagire online. Lo sviluppo di tutto il settore, e le sue ricadute economiche positive, sono possibili grazie a costi di comunicazione bassi e alla facilità di chiudere transazioni a livello internazionale». Per questo, continua, «il Governo ha dato vita a due piani: quello sulla banda ultralarga e quello sulla crescita digitale». Sul fronte fiscale Daniele Capezzone ha lanciato un appello: «Riguardo web tax e sul copyright bisogna rimanere vigili ed evitare, come abbiamo cercato di fare finora, scelte dannose. I colossi dell’online non possono essere visti come nemici, non gli si può affibbiare una tassazione “punitiva”, altrimenti potrebbero decidere di abbandonare l’Italia, smettendo di creare posti e opportunità di lavoro». Perché «purtroppo – ha commentato – in Italia vige la letteratura dei giornalisti eroi che danno addosso ai giganti del web».

LA “SUCCESS STORY” DI FIORIN ARREDAMENTI

L’intervento di Mattia Fiorin, CIO di Fiorin Arredamenti, impresa italiana che da oltre 50 anni opera nel settore della produzione e della fornitura di mobili e arredi, ha permesso di tradurre concretamente i benefici di un uso professionale della piattaforma all’interno delle strategie di marketing di una PMI. «Grazie alla nostra pagina Facebook gli ordini si sono in poco tempo triplicati – spiega – Il feedback degli utenti è stato fondamentale per modificare e implementare la nostra offerta».

LA PARTNERSHIP TRA FACEBOOK E CONFCOMMERCIO

L’incontro è stato, infine, l’occasione per parlare della recente partnership tra Facebook e Confcommercio, che ha portato alla firma di un Protocollo d’Intesa volto a favorire lo sviluppo dell’innovazione e della cultura digitale all’interno delle PMI associate su tutto il territorio nazionale attraverso un roadshow di attività e programmi formativi congiunti. «Il digitale non è virtuale – spiega Alessandro Micheli, presidente Confcommercio giovani -, bisogna essere consapevoli dell’opportunità dello strumento. Facebook è la piazza, dove la persone si incontrano, dove le imprese possono avere contatto diretto con gli utenti e i consumatori».


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