Il 21 e il 22 marzo 2015 i Circoli europei del PD si sono incontrati a Bruxelles per discutere della questione delle nuove migrazioni in Europa. L’hashtag dell’incontro è stato #generazioneuropa per indicare un contesto completamente nuovo caratterizzato da nuove forme di mobilità e nuove sfide per la politica.
Il primo giorno dell’incontro è stato dedicato interamente alla discussione con esperte ed esperti in materia di migrazioni e politiche europee dell’integrazione. Nella prima sessione, dal titolo “l’emigrazione italiana nel contesto europeo” sono intervenute Ilaria Maselli del CEPS ed Eleonora Medda, Coordinatrice INCA del Belgio, mentre Delfina Licata, ricercatrice della Fondazione Migrantes è intervenuta con un videomessaggio. Gli interventi hanno messo in luce il fenomeno migratorio da un punto di vista statistico. In base ai dati CEPS il flusso migratorio dall’Italia all’estero è pari allo 0,1% del totale della popolazione ossia circa 60.000 persone l’anno, ampiamente sotto la media dell’EU, che si attesta al 3%. Seppur il trend risulti in aumento dal 2012 ad oggi, la % resta tra lo 0,1 e ,o 0,3% della popolazione. I flussi migratori consistenti verso l’EU interessano i paesi dell’Est Europa: non sud-nord, bensì est-ovest. Il dato è circa l’1,5% della popolazione di Paesi come Romania, Bulgaria e i Baltici. Se si guardo lo stock invece si vede che solo il 3% dei cittadini europei vive in un altro Paese dell’EU, circa 15 milioni di persone, mentre sono 100 milioni negli USA, dove questo dato equivale al 30%.
Sono seguiti altri interventi dedicati più alla dimensione della migrazione italiana in Belgio da parte del Prof. Jean-Michel Lafleur, dell’Università di Liegi, che ci ha parlato della qualità delle migrazioni italiane e delle trasformazioni subite nei recenti anni. Interessante l’analisi degli effetti delle espulsioni da parte del Belgio a danno dei comunitari. Infine, il saluto dell’assessore per l’integrazione del Comune di Ixelles, Bea Diallo.
Nella seconda giornata sono stati creati dei tavoli di lavoro dedicati ad alcuni temi qualificanti dell’azione politica in Europa da parte delle comunità degli italiani
a) partecipazione politica: attivismo, associazionismo e reti, patronati, partiti e rapporto tra politica, gruppi d’interesse e società, b) rapporto con le istituzioni: il sistema di voto degli italiani in Europa, strutture e risorse della rete consolare, riforma AIRE e CGIE, rapporti con i Paesi europei d’adozione c) i bisogni sociali: welfare e famiglia, ruolo dei patronati, disoccupazione, nuove povertà ed espulsioni d) italiani in Europa come risorsa: condizione lavorativa, profili occupazionali, potenziale economico della rete degli italiani in Europa.
La discussione ha dato origine a un dibattito molto interessante e sono stati molti gli spunti emersi da questi tavoli di lavoro. Ciò che è emerso è che l’italiano all’estero è una risorsa poiché può essere testimone di buone pratiche e fare da connessione con il paese d’origine. Inoltre è emersa la necessità di abbattere definitivamente la retorica dei cervelli in fuga e di far emergere l’importanza della circolarità dei talenti e delle competenze.
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