Ci attendono giorni difficili, signori miei. La sopportazione, per amor del buon senso, sarà messa in seria discussione e non sarà biasimato nessuno se ad una certa ora, di una dato giorno, a denti stretti si dirà “Adesso basta!”.
Perché, sapete, è curioso come solo in Italia, da circa 48 ore, si stia cercando una risposta ad una storiaccia dove si fatica a trovare anche i resti dei cadaveri.
Per non parlare poi del riscatto nazional-popolare che si può provare, con il sorriso compiaciuto degli infimi vincenti, nell’esumare il capitano Schettino e limitarlo a codardo qualsiasi sostenendo che “d’altronde succede anche a voi di avere incoscienti ed assassini”. Per non considerare, poi, l’essere politicamente fuori luogo se ci si chiama Beppe Grillo.
E le ricostruzioni? Si può avere così sete di giustizia in un paese dove la verità è putrida come i miasmi di una palude e, soprattutto, dove la verità per i “nostri aerei” resta in quel limbo della ragion di stato al largo di Ustica? Una nazione, la nostra, dove si ricostruiscono le morti ma non si cerca di ricostruire un ordine sociale e morale di giustizia che valga al di sopra di ogni ragionevole dubbio.
I morti, per decenza, si lasciano in pace. In Italia si banchetta, dato il luculliano pasto.