Dopo essere sceso tra dicembre e gennaio, il tasso di disoccupazione è tornato a salire a febbraio, di un decimo, al 12,7%. E’ il risultato di un calo di due decimi degli occupati, solo attenuato dalla diminuzione di un decimo delle forze di lavoro (dovuta a un aumento degli inattivi).
Peraltro, l’occupazione resta in aumento su base annua (+0,4%), e il tasso di disoccupazione in calo dai massimi.
Torna ad aumentare anche il tasso di disoccupazione giovanile, di 1,3 punti percentuali al 42,6%. Peraltro, il nuovo contratto unico a tutele crescenti (operativo dal 7 marzo) è disegnato proprio per affrontare il tema della dualità che rappresenta il principale problema del mercato del lavoro italiano e che spiega l’elevata disoccupazione giovanile.
Inoltre, ci sono segnali di miglioramento in corso. Tra questi, non solo i 79 mila nuovi contratti a tempo indeterminato stipulati nei primi 2 mesi dell’anno secondo i dati del Ministero del Lavoro (ma potrebbe trattarsi nella maggior parte dei casi di stabilizzazione di precari anziché di nuove assunzioni), ma anche il deciso aumento delle aspettative occupazionali registrato dalle indagini di fiducia sia delle imprese che delle famiglie nei primi mesi del 2015.
In altri termini, riteniamo che, dopo la pausa di febbraio, i numeri su occupati e disoccupati siano destinati a tornare a migliorare nei prossimi mesi, sulla scia sia delle misure intraprese dal governo (detassazione dei nuovi assunti a tempo indeterminato e deducibilità del costo del lavoro dall’Irap, effettivi da gennaio, e nuovo contratto di lavoro operativo da marzo) che delle aspettative di ripresa del ciclo.