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Donne e lavoro: esempi deliranti di sorprese nell’uovo di Pasqua

McKinsey, una società di consulenza internazionale, ha invitato le donne iscritte all’MBA di Stanford a una seduta manicure-pedicure durante la quale venivano illustrati i vantaggi di lavorare per loro. Bain, un’altra grande società di consulenza, propone alle donne che vuole interessare una sessione di cucina a loro dedicata. Goldman Sachs, la banca d’affari, ha invece donato alle donne come cotillion dopo un evento (sempre mirato a interessare potenziali dipendenti) un sacchetto pieno di oggetti tipicamente femminili (specchietto, limetta per unghie, ecc.). Stanno, di fatto, dicendo alle donne che devono avere mani e piedi in ordine, saper cucinare e controllarsi il trucco nello specchietto.  Per chi si ricorda bene il mondo della consulenza e delle banche d’affari quando la norma per le donne era assomigliare il più possibile agli uomini (abbigliamento, modo di fare, preferenze, ecc.) e quando qualsiasi segno di femminilità doveva essere mascherato e negato, c’è qualcosa di liberatorio in questo approcccio. E’ un piccolo (e forse contraddetto da altri più potenti messaggi) segnale che le donne sono sdoganate anche se siamo femminili? Forse è venuto, per le donne a cui piace fare le donne (oltre a fare le esperte di finanza, logistica, idrocarburi, chimica dei nuovi materiali, ecc.), il momento in cui fare coming-out non rovina la carriera. Vero è che dopo anni  in cui ci sgoliamo a spiegare che la diversità nei luoghi di lavoro conviene alle aziende, dopo decadi in cui la parità di genere veniva etichettata come questione femminile, dopo tutta questa traversata del deserto, forse ce l’abbiamo fatta? Rimandiamo al mittente, ma con garbo, le limette, i mani-pedicure, i corsi di cucina e qualsiasi altra cosa provino a usare come fumo negli occhi e chiediamo di essere pagate come gli uomini e poi ce li spendiamo come meglio vogliamo.

Due fra le aziende più ammirate della mitica della Silicon Valley (Apple e Facebook) hanno decisio di offrire come benefit alle proprie dipendenti donne il congelamento degli ovociti. C’è chi inizialmente, ha giudicato positivo l’interesse nei confronti della popolazione femminile:  c’è chi afferma  che in fondo una misura del genere dice a chiare lettere che queste aziende cercano donne e che per attirarle sono disposte a mettere sul piatto qualcosa di più (la procedura di congelamento costa oltre 10.000 $) di un mani-pedicure. Io penso che il messaggio che lancia è che sia ok rimandare l’età della procreazione per perseguire obiettivi di carriera e che diventare madri e donne leader allo stesso tempo sia poco pratico o irrealistico. Indubbiamente, fornire nidi aziendali, servizi di assistenza anziani e congedi di paternità, altre possibili misure a favore dei dipendenti, manda un messaggio ben diverso: segnala che essere genitori e dipendenti apprezzati dall’azienda sono  compatibili. Questo tipo di benefit non è welfare aziendale : offrirlo alle dipendenti ha un significato diverso e la mossa va oltre la normale concorrenza che le aziende leader si fanno tra loro per attirare i talenti. Va nella vita e nella scelte private delle donne e questo è francamente irricevibile.



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