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Italicum o Consultellum?

Il Foglio” ha sintetizzato bene la questione. Oggi il confronto verte su chi vuole andare a votare con l’Italicum e chi invece con il Consultellem. Da sempre noi abbiamo scelto il secondo, atteso che né il Presidente del Consiglio in carica, il terzo dopo il “golpe blanco” del novembre 2011, né il parlamento dei “nominati”, eletti  con un sistema elettorale illegittimo, perché così dichiarato in maniera immodificabile dalla Corte Costituzionale, hanno le carte in regola per approvare in simultanea legge elettorale e modifiche costituzionali destinate a mutare la natura stessa della nostra democrazia.

Spiace che il giornale che fu di Giuliano Ferrara, preso dalla smania di garantire efficienza ed efficacia alla governance del sistema politico italiano, minimizzi la circostanza suddetta e sostenga un metodo basato su organi politicamente unfit e palesemente illegittimi, ai quali si intende consegnare la modifica della nostra Carta costituzionale senza alcun riferimento al principio basilare delle stessa, ossia il primato della sovranità nazionale.

Si vada, invece, al voto al più presto con il consultellum e si elegga simultaneamente l’assemblea costituente espressiva delle reali forze politiche e culturali presenti nel Paese, affidando alla stessa il compito di procedere alle modifiche costituzionali indispensabili a risintonizzare la nostra Carta alla nuova situazione interna e internazionale.

Siamo consapevoli che la delocalizzazione selvaggia, l’impiego di informatica e robotica, ossia dell’automazione e informatizzazione nell’industria e nei servizi , lo spostamento dei capitali verso i mercati finanziari, frutto del turbo capitalismo finanziario, hanno portato a livello internazionale e interno, i profitti a un punto mai raggiunto in un recente passato spostando i livelli di forza a danno del lavoro;  così come dell’avvenuta conseguente riduzione dei diritti senza che ad essa siano seguiti progressi sia economici che sociali.

Non intendiamo, però, che sia un governo, frutto di un cambiamento di maggioranza interno a un partito, guidato da un giovin signore mai eletto in parlamento e un parlamento di nominati illegittimi, a procedere a riforme che competono in via esclusiva a istituzioni rappresentative della sovranità popolare.

Guai se il presidente Mattarella, alla cui elezione abbiamo applaudito come a quella di un uomo sicuramente in linea con questi principi, rinunciasse a esercitare tutto il suo potere che la Costituzione gli attribuisce, anche se, per poterli assolvere, serve la collaborazione e il contributo di tutti, compresi quei turiferari e soci di complemento che,  a partire dallo scellerato patto del Nazareno, offrono la stampella a un governo farlocco e ai foglianti di turno di sostenere scorciatoie pericolose per la nostra democrazia.

Sì alle riforme di sistema, ma a partire da organi istituzionali legittimi espressione della reale volontà popolare oggi garantita solo dalle regole stabilite dalla Corte costituzionale.

Ettore Bonalberti

www.alwefpopolaritaliani.eu

www.insiemeweb.net

www.don-chisciotte.net


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