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Come impiegare l’aleatorio tesoretto a fini anti povertà

Ormai è chiaro: con il miliardo e seicento milioni del presunto tesoretto di lotta alla povertà se ne fa poca o nulla. E questo nonostante l’Italia rimanga l’unico paese, assieme a Bulgaria e Grecia, che non ha un universale strumento di lotta all’esclusione sociale basata sull’assenza di reddito.

LA PROPOSTA DELLE ACLI

Il reddito di cittadinanza costa non meno di 7 miliardi, a seconda di come lo si vuole modulare. Le Acli propongono il Reis: ogni famiglia riceve mensilmente una somma pari alla differenza tra il proprio reddito e la soglia Istat della povertà assoluta. Il principio guida è l’adeguatezza: nessuna famiglia è più priva delle risorse necessarie a raggiungere un livello di vita “minimamente accettabile”. Tutti i membri della famiglia in età tra 18 e 65 anni ritenuti abili al lavoro devono attivarsi nella ricerca di un’attività professionale, dare disponibilità a iniziare un’occupazione offerta dai Centri per l’impiego e a frequentare attività di formazione o riqualificazione professionale.

 

CHE COSA E’ IL REIS

Il principio guida consiste nell’inclusione attiva: chi può, rafforza le proprie competenze professionali e deve compiere ogni sforzo per trovare un’occupazione. Fondamentale, nel progetto delle Acli, è l’apporto dell’associazionismo che ha il compito di favorire l’inserimento sociale e lavorativo di chi percepisce il Reis.

IL REDDITO A 5 STELLE

Il reddito d’inserimento è stato invece proposto dal Movimento Cinque Stelle, con però allarga la platea alla povertà relativa, il che fa sì che il costo dell’intervento potrebbe superare ai 10 miliardi. ll reddito di cittadinanza garantisce al beneficiario, qualora unico componente di nucleo familiare, il raggiungimento, anche tramite integrazione, di un reddito annuo netto pari a 7.200 euro stabilito in ordine alla soglia di povertà relativa, quantificata a partire dall’anno 2013 in 600 euro mensili netti. I Pentastellati poi prevedono il rafforzamento dei centri per l’impiego e il sostegno alle stufa up innovative.

STRUMENTI E RISULTATI

Certo è che gli strumenti messi concretamente in campo per contrastare la povertà finora hanno avuto effetti molto modesti. È stata avviata la sperimentazione in dodici città più grandi del paese – Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona – durerà un anno e impegnerà un ammontare complessivo di risorse pari a 50 milioni di euro. Da quando ci risulta Roma, ad esempio, sta ancora individuando i beneficiari. In totale sono state individuate circa 6.500 famiglie che rientrano nei requisiti.

L’ESPERIENZA DELLA SOCIAL CARD

L’ammontare mensile del contributo economico ai beneficiari è modulato sulla base della numerosità del nucleo familiare e può arrivare fino a circa 400 euro mensili per le famiglie con 5 o più componenti. Il SIA si affianca così alla misura di sostegno individuata con la Social Card ordinaria (Carta Acquisti), che continuerà comunque a funzionare. Il SIA doveva essere esteso a tutto il Mezzogiorno, ma il ministero del Welfare ha fatto capire di non essere pronto.

Dunque la strada per dotare l’Italia, uno strumento di lotta alla povertà che non passi per gli ammortizzatori sociali è tutta in salita e per ora non si vede la discesa.



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