Il disegno di legge “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente” è giunto alla sua terza lettura parlamentare. Il testo è tornato all’esame della Commissione Giustizia della Camera dopo le modifiche introdotte dal Senato e sono già stati depositati 19 emendamenti, con poche o nulle possibilità di essere approvati.
Non perché alcuni di essi non siano necessari, anzi, il relatore del PD, Alfredo Bazoli ritiene che la “legge che ci è stata consegnata dal Senato ricalca l’impianto complessivo uscito dalla Camera oltre un anno fa, per questo ritengo sia coerente e ragionevole” e precisa che “vi sono peraltro sul tappeto alcune questioni che meriterebbero una correzione, e che anche all’interno del partito democratico si stanno valutando, in particolare soppesando l’opportunità di approvare la legge così com’è per evitare ulteriori slittamenti, impegnandosi poi a fare modifiche in altri veicoli normativi, oppure di modificare il testo attuale, impegnandosi ad una approvazione rapida al Senato in quarta lettura”.
Allo stato la tesi favorita, che incontra il favore dei Movimento Cinque Stelle e di SEL, è quella di non toccare il testo anche perché, dopo le polemiche sorte durante la seconda lettura in Senato in particolare sul ravvedimento operoso o sul divieto all’uso dell’air gun (introdotto con un emendamento del M5S che ha mandato sotto il Governo che sembrerebbe invece favorevole) se venisse modificato dovrebbe tornare in quel ramo del parlamento e c’è il timore, concreto, che il disegno di legge venga posto in un cassetto.
Vediamo brevemente alcune delle novità che il disegno di legge introduce nel nostro ordinamento e che, secondo gli auspici di molti commentatori, del Ministro dell’Ambiente Galletti e del Presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, saranno legge entro la fine del mese.
Viene inserito nel codice penale un nuovo titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente con l’istituzione di sei nuove fattispecie di reati: inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento del controllo, omessa bonifica e ispezione di fondali marini. I tempi di prescrizione si allungano e le pene vengono aumentate, ma viene stabilito che possano essere diminuite per coloro che collaborano con le autorità prima della definizione del giudizio.
Sul ravvedimento operoso, la modificata introdotta al Senato ha stabilito che la messa in sicurezza, la bonifica o ripristino dello stato dei luoghi sono condizione necessaria per beneficiare della riduzione di pena, a patto che ciò avvenga prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado. Inoltre, per consentire il completamento delle attività di bonifica, la norma prevede la possibilità per l’imputato di chiedere al giudice la sospensione del procedimento penale per un tempo congruo. In tal caso il giudice può concedere al massimo due anni di sospensione (prorogabile per un ulteriore anno), durante i quali il corso della prescrizione è sospeso.
Su queste modifiche ora si concentrano alcuni degli emendamenti soppressivi presentati in Commissione Giustizia da Chiarelli (FI), Dambruoso (Scelta Civica) e Sarro (FI). Altri emendamenti, sempre dei Forzisti Chiarelli e Sarro, prevedono in termini generici, che le pene previste all’Art. 452-bis CP (reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000) “non si applicano nei confronti di chi abbia avviato di propria iniziativa procedure di messa in sicurezza, bonifica e ripristino dello stato dei luoghi previsti da disposizioni di legge e regolamenti”.
In merito alla questione del ravvedimento operoso Bazoli ritiene che “è certamente centrale nell’impianto della legge, poiché incentiva al ripristino e bonifica delle aree inquinate, e dunque alla tutela effettiva del bene giuridico protetto, che ovviamente è l’ambiente (e di riflesso anche la salute, il paesaggio etc, ndr)” e rivela come la questione sia stata a lungo discussa all’interno del PD, valutando l’opportunità di prevedere la bonifica integrale come causa di non punibilità per i reati colposi, giungendo alla fine alla scelta di prevedere un corposo sconto di pena, senza però l’impunibilità.
Il relatore chiarisce che “tale è stata la scelta, e tale rimarrà, il che significa che gli emendamenti che invece vanno in direzione opposta saranno respinti”. Sulla stessa lunghezza d’onda del relatore si schiera il Movimento 5 Stelle con il capo gruppo in commissione Giustizia, Vittorio Ferraresi, che ci tiene a precisare come “la legge sui reati ambientali è stata chiesta dal Movimento Cinque Stelle dall’opposizione, ed è passata al vaglio della maggioranza che ne ha condiviso i principi. Quindi ora vogliamo arrivare alla fine anche perché si sono chiaramente espresse a favore del testo uscito dal Senato non solo tutte le associazioni ambientaliste ma anche gran parte del PD. Modificare il testo, rimandandolo al Senato, magari depotenziandolo per assecondare chi, ad esempio, vede con favore l’uso dell’air gun, significa puntare proprio l’air gun contro questa legge uccidendola”.
Ferraresi dunque come il collega Bazoli, ritiene che “con l’attuale testo è stato raggiunto un punto positivo”. Alfredo Bazoli però lascia aperto uno spiraglio a futuri aggiustamenti, attraverso un altro veicolo normativo, sui termini per eseguire le opere di bonifica. “Probabilmente sarebbe opportuno prevedere, anziché un termine preciso, come attualmente prevede la norma, una flessibilità legata alla conclusione del procedimento amministrativo da avviare per la bonifica, che spesso può sforare i tre anni massimi al momento previsti” e aggiunge che “mercoledì, quando il provvedimento giungerà in commissione, faremo le scelte, su questa come su altre due o tre questioni aperte” (air gun, reato di omessa bonifica, reati di pericolo).